Rassegna Parole & Musica al Museo diocesano


Domenica 1° maggio 2022 – ore 18

Concerto “IN CAMMINO CON MARIA”

Gli allievi della SCUOLA DI CANTO DI SERENA DAOLIO con la partecipazione straordinaria di Serena Daolio, soprano, e Raffaele Cortesi, pianista.

“In Cammino con Maria” è un anelito di speranza e di pace grazie al canto di giovani ragazzi che sono testimonianza di passione per la musica e per la vita. Il concerto vede alternarsi brani di opera e di musica sacra che rimandano alla figura di Maria, alla particolare preghiera a Lei dedicata nel mese di maggio.
Brani di
J. Sebastian Bach, W. Amadeus Mozart, Gioachino Rossini,
Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi, Gabriel Faurè,
Stanislao Gastaldon, Ottorino Respighi, A. Hay Malotte
Ingresso gratuito con prenotazione fino ad esaurimento posti:
museodiocesanocarpi@gmail.com – 339.1540178
Obbligo di green pass rafforzato e mascherina FFP2 salvo nuove disposizioni


Testi concerto 1° maggio 2022

Concerto “IN CAMMINO CON MARIA”

  

“AVE MARIA”
Luigi  Cherubini (1760 – 1842)

Ave Maria gratia plena
Dominus tecum
Benedicta tu in mulieribus
Et benedictus fructus ventris tui Jesus
Sancta Maria, Mater Dei
Ora pro nobis peccatoribus
Nunc et in hora mortis nostrae
Amen

 

“PORGI AMOR”
da Le Nozze di Figaro, W. Amadeus Mozart (1756 – 1791)

Porgi, amor, qualche ristoro
Al mio duolo, a’ miei sospir!

O mi rendi il mio tesoro

O mi lascia almen morir
O mi lascia almen morir!
Porgi, amor, qualche ristoro
Al mio duolo, ai miei sospir

O mi rendi il mio tesoro
O mi lascia almen morir
Almen morir

O mi rendi il mio tesoro
O mi lascia almen morir

 

“SALVE MARIA”
da I Lombardi alla Prima Crociata, Giuseppe Verdi  (1813 – 1901)

Te, Vergin Santa, invoco

Salve Maria! Di grazie il petto t’empie il signore che in te si posa; tuo divin frutto sia benedetto o fra le donne l’avventurosa! Vergine Santa madre di Dio, per noi tapini leva preghiera, ond’ei ci guardi  con occhio pio quando n’aggravi  l’ultima sera!

 

“PIE JESU”
Requiem, Gabriel  Faurè (1845 – 1924)

Pie Jesu, pie Jesu, pie Jesu, pie Jesu
Qui tollis peccata mundi
Dona eis requiem, dona eis requiem

Pie Jesu, pie Jesu, pie Jesu, pie Jesu

Qui tollis peccata mundi
Dona eis requiem, dona eis requiem

Agnus Dei, Agnus Dei, Agnus Dei, Agnus Dei

Qui tollis peccata mundi
Dona eis requiem, dona eis requiem

Dona eis requiem

Sempiternam

Dona eis requiem

Sempiternam

Requiem

Sempiternam

 

“O BENEDETTA VERGINE”
da Mala Pasqua, Stanislao  Gastaldon (1861 – 1939)

Cantano! È l’alba. È l’alba! E giorno santo è questo! È Pasqua. Oh poveretta, ed io son sola ormai! Stanotte m’han cacciata i miei fratelli in mezzo de la via come una mala femmina! E Turiddu non è tornato ancor da Francofonte!… Se m’ama l’amor mio che importa il resto? Di qui dovrà passar, l’aspetterò! Che m’importa a me se solo morirò? Tutto è gioia d’intorno! Io piango sola!  O benedetta Vergine, che leggi dentro a’ cuori, che sai tutti gli spasimi, che sai tutti i dolori, tu che raccogli il gemito di tutte le creature, ed hai clemente un balsamo per tutte le sventure, pel santo sacrificio di Cristo in agonia, scendi benigna Vergine dentro a l’anima mia!

 

“UN BEL DI’ VEDREMO”
da Madama Butterfly, Giacomo Puccini  ( 1858 – 1924 )

Un bel dì, vedremo
Levarsi un fil di fumo
Sull’estremo confin del mare
E poi la nave appare

Poi la nave bianca
Entra nel porto
Romba il suo saluto
Vedi? È venuto!

Io non gli scendo incontro, io no
Mi metto là sul ciglio del colle e aspetto
E aspetto gran tempo
E non mi pesa
La lunga attesa

E uscito dalla folla cittadina
Un uomo, un picciol punto
S’avvia per la collina

Chi sarà, chi sarà?
E come sarà giunto
Che dirà, che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana

Io senza dar risposta
Me ne starò nascosta
Un po’ per celia
E un po’ per non morire
Al primo incontro

Ed egli alquanto in pena
Chiamerà, chiamerà
“Piccina, mogliettina
Olezzo di verbena”
I nomi che mi dava al suo venire

Tutto questo avverrà, te lo prometto
Tienti la tua paura
Io con sicura fede l’aspetto

 

“NOEL DES ENFANTS QUI N’ONT PLUS DE MAISONS”
Claude Debussy (1862  – 1918)

NATALE DEI BAMBINI CHE NON HANNO PIU’ CASA

Noi non abbiamo più casa!
I nemici hanno preso tutto, tutto, tutto, anche il nostro lettino!
Ci hanno bruciato la scuola e anche il maestro.
Hanno bruciato la chiesa e il signor Gesù Cristo
e il povero vecchio che non ce l’ha fatta a scappare!
Non abbiamo più casa!
I nemici hanno preso tutto, tutto, tutto, anche il nostro lettino!
Certo, papà è andato in guerra,
e la povera mamma è morta
prima d’aver visto tutto questo.
Che cosa faremo?
Natale! Bel Natale! Non andare da loro,
non andare mai più da loro,
puniscili!
Vendica i bambini francesi!
I bambini begli, i bambini serbi e anche i bambini polacchi!
Se ce ne scordiamo, perdonaci.
Natale! Natale! E, soprattutto, niente giocattoli,
fa’ in modo di ridarci il pane quotidiano.
Non abbiamo più casa!
I nemici hanno preso tutto, tutto, tutto, anche il nostro lettino!
Ci hanno bruciato la scuola e anche il maestro.
Hanno bruciato la chiesa e il signor Gesù Cristo
e il povero vecchio che non ce l’ha fatta a scappare!
Natale! Ascoltaci, noi non abbiamo più gli zoccoli:
Ma dona la vittoria ai bambini francesi!
 

 

“SULL’ARIA”
da Le Nozze di Figaro, W. Amadeus Mozart (1756 – 1791)

Sull’aria…

Che soave zeffiretto…

Zeffiretto…

Questa sera spirerà…

Questa sera spirerà…

Sotto i pini del boschetto

Sotto i pini…

Sotto i pini del boschetto.

Sotto i pini del boschetto.

Ei già il resto capirà

 

“SENZA MAMMA”
da Suor Angelica, Giacomo Puccini (1858 – 1924)

Senza mamma,
O bimbo, tu sei morto!
Le tue labbra,
Senza i baci miei,
Scoloriron
Fredde, fredde.
E chiudesti,
O bimbo, gli occhi belli.
Non potendo
Carezzarmi,
Le manine
Componesti in croce…
E tu sei morto
Senza sapere
Quanto t’amava
Questa tua mamma.
Ora che sei un angelo del cielo,
Ora tu puoi vederla la tua mamma!
Tu puoi scendere giù pel firmamente
Ed aleggiare intorno a me, … ti sento…
Sei qui… mi baci… m’accarezzi.
Ah, dimmi quando in cielo potrò vederti,
Quando potrò baciarti!
Oh, dolce fine di ogni mio dolore!
Quando in cielo con te potrò salire?
Quando potrò morire?
Dillo alla mamma, creatura bella,
Con un leggero scintillar di stella…
Parlami, amore…, amore!

 

“L’ESPERANCE “
Brano Corale da “ Trois Choeurs Religieux”
Gioachino  Rossini (1792 – 1868)

Odi pietosa,
Mistica speme,
L’alma che geme
Da questo suol.
Col divo incanto
Detergi il pianto.
Ognun t’invoca
Celeste aurora
Per cui s’indora
Di gaudio il sol.
Diva speranza
Dammi costanza
Odi il mio duol.

 


“Omaggio a Romano Pelloni” è il titolo della mostra e del volume che saranno presentati al pubblico sabato 9 aprile alle ore 11 a cura dell’associazione culturale Il Portico con la collaborazione del Gruppo Arte in Movimento di cui l’artista carpigiano è stato un fondatore e convinto sostenitore. Sono previsti gli interventi del direttore del Museo diocesano Andrea Beltrami, del presidente dell’associazione Il Portico Dante Colli e dello storico dell’arte Alfonso Garuti che ha approfondito la lettura di alcune opere di Pelloni attraverso un testo pubblicato sul volume. Nel rispetto delle nuove normative per gli eventi resta l’obbligo di greenpass e della mascherina FFP2.

 

Vinca l’armonia del bel canto

Sarà il pianista M° Raffaele Cortesi, ad accompagnare il soprano Serena Daolio, nostra concittadina, nel prossimo appuntamento della rassegna “Parole & Musica al Museo”, previsto per domenica 10 aprile alle 18 nella chiesa di Sant’Ignazio-Museo Diocesano (corso Fanti 44, Carpi).

“Preludio alla Pasqua” è il titolo del concerto: un’esibizione particolare, un excursus, il più ampio possibile a livello musicale, per proporre musica che abbia un’attinenza religiosa, dal Settecento fino ai giorni nostri. “Vista la terribile situazione che stiamo vivendo, con la guerra non distante da noi, tra Russia e Ucraina – spiega il M° Cortesi – abbiamo deciso di inserire nel concerto, come bis, il brano Priez Pour Paix che il compositore e piani[1]sta francese Francis Poulenc (1899-1963) scrisse nel 1938, all’approssimarsi dell’invasione della Francia da parte della Germania. Si tratta di una preghiera alla Vergine, molto intima, raccolta, malinconica”.

Anche il pezzo di opera che canterà il soprano Serena Daolio, “Pace Mio Dio”, è un’invocazione alla pace. Il tema della preghiera, in musica e canto, permea tutto il con[1]certo “Preludio alla Pasqua”, come sottolinea il pianista: “Saranno presenti varie ‘Ave Maria’, quelle meno conosciute e ‘Stabat Mater’, da Giovanni Battista Pergolesi, del Settecento napoletano, a Gioacchino Rossini.

Per arrivare fino a Olivier Messiaen, compositore francese della metà del Novecento, all’avanguardia, paragonabile a Marc Chagall nella pittura, capace di uno stile compositivo che esprime con linguaggio moderno, un’esaltazione sincera, con accomodante. Esprime un senso della fede molto vivo che trasmette nelle sue composizioni intrise di misticismo”.


 

E’ uno dei nostri orgogli carpigiani nel mondo.

Serena Daolio è un soprano, di grande temperamento scenico e drammatico, dotata di una voce avvolgente e dal timbro luminoso, ricca di sfumature e dai preziosi filati. Dopo essersi diplomata con il massimo dei voti al Conservatorio Arrigo Boito di Parma sotto la guida di Donatella Saccardi, ha debuttato nel 2001 al Teatro Bonci di Cesena nel ruolo di Violetta Valery de “La Traviata”, e nel 2002 al Teatro alla Scala di Milano. La rivelazione al grande pubblico è avvenuta dopo pochi anni, nel 2005, quando è risultata vincitrice di uno dei più prestigiosi concorsi internazionali, il “Francesc Vinas” di Barcellona.

Nella sua carriera si è contraddistinta personaggi pucciniani più conosciuti al pubblico ed in quelli verdiani più famosi, esibendosi nei palcoscenici di tutto il mondo, sotto la direzione di grandi direttori d’orchestra fra i quali Zubin Mehta, Riccardo Muti, Nello Santi, Jesus Lopez Cobos. Serena e il pianista M° Raffaele Cortesi, saranno i protagonisti del prossimo appuntamento della rassegna “Parole & Musica al Museo”, previsto per domenica 10 aprile alle 18 nella chiesa di Sant’Ignazio-Museo Diocesano (corso Fanti 44, Carpi).

“Preludio alla Pasqua” è il titolo del concerto.

Come nasce questa esibizione?
Il concerto ha preso vita insieme al pianista Raffaele Cortesi col quale oramai da vari anni c’è una consolidata collaborazione. Abbiamo già eseguito questa interpretazione due anni fa, sempre prima di Pasqua, nel circolo di lettura di Parma nell’ambito di una rassegna concertistica, riscuotendo molto successo.

Quali caratteristiche ha il concerto?
E’ un’esibizione particolare, perché abbiamo cercato di fare un excursus, il più ampio possibile a livello musicale, per proporre della musica che avesse un’attinenza religiosa dal Settecento fino ai giorni nostri. Si parte quindi con Pergolesi, per arrivare fi no a Olivier Messiaen piuttosto che Gian Carlo Menotti.

Qualche peculiarità?
Tra i brani abbiamo inserito una bellissima preghiera la Madonna. E’ un’invocazione, tra l’altro anche abbastanza rara da ascoltare, di Franco Alfano. L’intento è proprio quello di pregare con la musica, e facendo attenzione anche a repertori meno visitati.

Attenzione ai repertori meno noti?
Sì, questa è un po’ una caratteristica della collaborazione con il maestro Cortesi. Anche lui è un musicista attento ad un repertorio più vicino ai giorni nostri, quindi relativo al Novecento, e anche a composizioni meno ascoltate e conosciute. Credo che questo sia un valore aggiunto che la musica può offrire: ovviamente nel concerto ci sono dei brani più conosciuti, come arie tratte da Tosca piuttosto che dalla Cavalleria rusticana; però è anche giusto far ascoltare al pubblico qualche cosa di “nuovo” e innovativo dal punto di vista compositivo e musicale. Non è la prima volta che si esibisce al Museo Diocesano di Carpi… Mi sento particolarmente onorata di fare parte di questa rassegna “Parole & Musica al Museo”. Ho scoperto il Museo Diocesano lo scorso dicembre, in occasione del concerto che ho tenuto con i cori Ushac (Unione Sportiva Portatori Handicap Carpi) Arcobaleno e le Nuvole del Gruppo Parkinson Carpi, diretti da Francesca Canova. Sono molto felice di essere venuta a conoscenza di questo spazio a Carpi: dopo tanti anni lontana dalla mia città, sto ritornando a vivere a Carpi e mi sto anche piacevolmente accorgendo di tante realtà e luoghi straordinari. Carpi ha molti luoghi adatti proprio all’arte e il Museo Diocesano è uno di questi, visto che può ospitare sia incontri che concerti, garantendo, oltre alla bellezza artistica, una eccezionalità dal punto di vista acustico.

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La buona novella del cantautore genovese interpretata dai Flexus con il commento di Brunetto Salvarani apre, domenica 27 marzo, la rassegna “Parole e Musica al Museo”

Un uomo segnato dal confronto (o incontro?) con Cristo? Un uomo sinceramente “pensante” secondo la nota definizione del cardinale Martini per superare la cesura tra credenti e non credenti?

Chi più di Brunetto Salvarani, autore con l’amico Odoardo Semellini del libro La buona novella, dedicato al cantautore Fabrizio De Andrè, può aiutarci a risolvere questi interrogativi. Un testo che ha dato l’ispirazione agli artisti del gruppo carpigiano dei Flexus per la realizzazione del concerto che andrà in scena domenica 27 marzo alle ore 18 al Museo diocesano di Carpi, con Salvarani che interverrà a commento dei testi scelti. Evento che in pochi giorni ha registrato il tutto esaurito.

Come nasce questo libro scritto a quattro mani con Odoardo Semellini?
Beh, con Odo, scherzando, ci definiamo ormai una coppia di fatto, avendo firmato insieme una decina di libri con soggetti che spaziano da Guccini (tre volumi!) a Tex Willer, dai Giganti a Leonard Cohen… Quanto a De André, nostra passione comune, dopo averci ragionato su – su proposta della casa editrice Terra Santa di Milano – abbiamo pensato che il pianeta Faber, pur così frequentato, è ancora suscettibile di ulteriori scoperte. Per questo, abbiamo ritenuto valesse la pena riprendere in mano, a mezzo secolo di distanza dall’uscita, un capolavoro come La buona novella. Assumendo come punto focale la preziosa e inedita testimonianza di don Carlo Maria Scaciga, presbitero della diocesi di Novara, che costituisce il cuore di questo nostro lavoro. Don Carlo conobbe Fabrizio nel 1969, dopo che questi aveva appena licenziato Tutti morimmo a stento, e favorì in maniera decisiva la nascita de La buona novella. Abbiamo inteso, attraverso i ricordi di don Scaciga, sottolineare l’importanza dell’album nel clima sociale e culturale dell’Italia degli anni Settanta, all’indomani di due eventi cruciali del secolo scorso, il Sessantotto e il Vaticano II; e chiederci se, oggi come allora, esso sia ancora capace di interrogare le coscienze. E se sui rapporti fra l’album di De André e il Sessantotto tanto si è scritto, non si può dire altrettanto sulle sue relazioni con il concilio.

Nella vasta produzione di testi di De André quali tracce di spiritualità si possono cogliere?
“Ricorda Signore questi servi disobbedienti/ alle leggi del branco/ non dimenticare il loro volto/ che dopo tanto sbandare/ è appena giusto che la fortuna li aiuti/ come una svista/ come un’anomalia/ come una distrazione/ come un dovere”: si chiudeva così, con questi versi ispirati allo scrittore colombiano Alvaro Mutis, il vasto canzoniere di Faber. Il brano, Smisurata preghiera, conclude l’ultimo disco, considerato il vertice della sua produzione, Anime salve (1996). È curioso ripensare che il suo album d’esordio, trent’anni prima, dal titolo minimalista Volume primo, si apriva con Preghiera in gennaio, dedicata all’amico Luigi Tenco: quasi l’intero suo repertorio è da leggere come suggestiva inclusione tra due commosse orazioni, entrambe incentrate sul Dio dei perdenti, degli sconfitti, degli ultimi. Sul Dio di Gesù…Ma è sufficiente, l’attenzione a Gesù, per consegnare il cantautore genovese a una fede positiva? Persino la domanda rischia di suonare stonata, o insignificante. Non è un esercizio inutile, tuttavia, la verifica di quanto il confronto con il Cristo l’abbia segnato nel profondo: tanto più che il ricorso collettivo alle canzoni di Fabrizio è stato esercizio frequente nei gruppi giovanili del post-concilio, e ancor oggi risulta una delle rare memorie condivise dalla generazione sessantottina con quanti hanno vent’anni nel Duemila.

Se non è serio, dunque, il tentativo di battezzare De André, iscrivendolo arbitrariamente alle fila della “grande chiesa – per dirla con Jovanotti – che passa da Che Guevara e arriva fi no a Madre Teresa”, peraltro, nessun altro autore di canzoni del Novecento italiano ha toccato così profondamente il problema di Dio, e del Dio di Gesù Cristo. Una contraddizione solo apparente, agli occhi di chi l’abbia seguito dagli esordi, è casuale che, tra i messaggi finali di quello stesso concilio, Paolo VI ne volle uno ad hoc rivolto agli artisti. Mentre, personalmente, sono convinto che le più riuscite chiose a quell’assise straordinaria, nel nostro Paese, nei dintorni di quegli anni ci siano venute da due opere d’arte non propriamente canoniche: un fi lm come Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini, e un disco – appunto – come La buona novella. Anche per questo, credo valga la pena di proseguire negli esperimenti cogliendone il non comune approccio etico e la passione estrema per i reietti dalla società.

Quindi un artista attento e critico con un impatto notevole nel panorama culturale italiano?
Il fatto è che, al di là delle sue stesse intenzioni, De André ha rivestito una diretta influenza teologica sulla cultura italiana dell’ultimo quarantennio. Il riferimento non comprende solo La buona novella, per allargarsi a tante canzoni disseminate di orme evangeliche, che ci consegnano una galleria inedita e memorabile di variopinti santi peccatori. Non dimenticare De André – ha scritto don Antonio Balletto, il prete concittadino che ne celebrò i partecipatissimi funerali – “ci aiuta a tirare avanti, a credere ancora all’uomo e al suo futuro. E ci aiuta a conservare un po’ d’umanità, in tempi che non sarebbero piaciuti per nulla a Fabrizio e che non piacciono neppure a noi”. Il che, a conti fatti, oggigiorno, non appare davvero un esito da poco…

Nei giorni scorsi un noto opinionista (Gramellini) ha criticato un giovane presbitero che aveva utilizzato nell’omelia alcuni testi delle canzoni del Festival di Sanremo. Ritieni invece che sia utile anche per gli educatori cogliere gli spunti di religiosità o di ricerca di senso che si esprimono anche nelle canzoni di musica leggera?
Far incontrare (e scontrare) la Parola di Dio contenuta nella Bibbia con le dinamiche culturali del tempo che siamo chiamati a vivere, in fondo, era l’intento di Giovanni XXIII quando convocò il Vaticano II deprecando l’opera dei profeti di sventura (ora come allora assai in voga). E non Tra anime salve e santi peccatori che stanno comparendo sul mercato editoriale nostrano: ricercando i barlumi di un Vangelo secondo i Beatles o secondo Harry Potter. Valorizzando incroci, suggestioni, ipotesi di lavoro. Evidenziando prospettive interdisciplinari e interculturali. Ammettendo che molte delle distinzioni classiche che davamo per scontate, come quella di credenti versus non credenti, non funzionano più: come intuì il cardinal Martini, che non a caso preferiva quella fra pensanti e non pensanti…

La rassegna “Parole e musica al Museo” si inserisce nel Cammino sinodale, può essere un’opportunità per educarci all’ascolto e cogliere il possibile contributo delle arti nella comunicazione del messaggio cristiano?
Direi decisamente di sì. Come sottolineava Paolo VI, il principale dramma della modernità era, ed è ancora, il divorzio fra i cristiani e la cultura contemporanea. Leggo in questa chiave le considerazioni del cardinal Ravasi, Presidente del Pontificio consiglio per la cultura, su de André: “Il lavoro principale che dobbiamo fare è che l’alta musica, la musica colta contemporanea, ritorni ancora a toccare i temi spirituali, religiosi, ma dovrebbe succedere anche per quella cantautoriale, come a suo tempo Fabrizio De André con la Buona novella: ci sia sempre questa interrogazione sull’oltre e sull’altro”.


 

“Parole & Musica al Museo” è questo il titolo della rassegna di eventi culturali e musicali che prenderà il via domenica 27 marzo alle ore 18 al Museo Diocesano di arte sacra nella chiesa di Sant’Ignazio a Carpi con “La buona novella” di Fabrizio De Andrè proposta dal gruppo Flexus con il commento di Brunetto Salvarani.

La rassegna, frutto della collaborazione tra la Direzione del Museo Diocesano e l’Ufficio comunicazioni sociali, ha un duplice obiettivo. Da un lato la valorizzazione del Museo Diocesano come luogo di promozione culturale e di incontro tra varie espressioni artistiche e dall’altro il coinvolgimento di artisti e personalità locali che si sono imposti con le loro brillanti capacità ben oltre la dimensione territoriale: il complesso dei Flexus, il teologo e saggista Brunetto Salvarani, il soprano Serena Daolio, il pianista Raffaele Cortesi, il chitarrista Maurizio Dente.

Anche la collocazione temporale degli eventi non è casuale e si pone in sintonia con i momenti forti della liturgia cattolica, la Quaresima, la Pasqua, il culto mariano, la Pentecoste. Da qui un’altra chiave di lettura della rassegna “Parole & Musica al Museo”: il dialogo della fede con l’arte. Per una Chiesa impegnata nel Cammino sinodale questa rassegna rappresenta un’opportunità per mettersi in ascolto e scoprire una modalità antica ma sempre nuova per veicolare il messaggio cristiano: l’incontro con la bellezza.

“Parole & Musica al Museo” è una rassegna che si realizza grazie al contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, con la collaborazione della Università M. Gasparini Casari, media partner Notizie settimanale della Diocesi di Carpi.

La sede degli eventi è la Chiesa di Sant’Ignazio – Museo Diocesano – Carpi, Corso M. Fanti, 44

L’ingresso è gratuito con prenotazione fino ad esaurimento posti: museodiocesanocarpi@gmail.com – 339 1540178 – Obbligo di green pass rafforzato e mascherina salvo nuove disposizioni.


Parole & Musica al Museo

Programma

Domenica 27 marzo 2022 – ore 18
DE ANDRE’ – LA BUONA NOVELLA
La vera storia di un disco capolavoro – I Flexus eseguono le canzoni di Fabrizio De Andrè con il commento musicale e letterario di Brunetto Salvarani

Domenica 10 aprile 2022 – ore 18
Concerto “Preludio alla Pasqua” – Con Serena Daolio, soprano e Raffaele Cortesi, pianista

Domenica 1° maggio 2022 – ore 18
CONCERTO “In cammino con Maria” – Con gli allievi della scuola di canto di Serena Daolio e partecipazione straordinaria del soprano Serena Daolio e Raffaele Cortesi, pianista

Sabato 28 maggio 2022 – ore 18
Maurizio Dente esegue “The dream of Bach” – Celebri brani, inni e cantate di J.S. Bach riarrangiati per chitarra classica