Romero, Vescovo educato dal suo popolo

Domenica 17 novembre incontro organizzato dall’Ac

In questo nuovo anno associativo la Commissione Spiritualità del Settore adulti di Ac ha pensato di presentare la figura di monsignor Oscar Arnulfo Romero, il cui nome è stato rilanciato negli ultimi mesi anche grazie all’interessamento di Papa Francesco che ne ha sbloccato il processo di beatificazione. “Riproporre il vissuto di questo vescovo salvadoregno, assassinato nel 1980 a causa della sua instancabile azione pastorale a favore dei poveri della sua terra, è importante perché ci chiede di entrare umilmente dentro una storia e una cultura molto diverse dalla nostra, ma ricche di insegnamenti per noi oggi” osserva Patrizia Torrebruno, membro della commissione. “E’ interessante scoprire il cammino di conversione compiuto da Romero, un cammino graduale e per nulla scontato, sempre fedele al Vangelo e alla Chiesa fino a dare la vita per il suo popolo. E’ di grande attualità e in linea con l’attuale pontificato, che invita ad una riscoperta dell’opzione preferenziale per i poveri, approfondire la figura di un vescovo che si lasciò educare dal suo popolo, grazie all’ascolto, alla condivisione delle storie dei contadini schiacciati dalle ingiustizie e dalle violenze”.
Il suo martirio “in odium fidei” richiama alla nostra memoria la storia, seppur differente, di un altro beato molto caro alla nosta diocesi, Odoardo Focherini. La “scomodità” di un vescovo come Romero sta soprattutto nel suo messaggio sociale, cristiano e quindi universale. Il farsi carico dei rischi che correva il suo stesso popolo lo pone come testimone universale del messaggio evangelico del donare la vita per i propri fratelli. Lui stesso in un’omelia dichiarava: “Non tutti… avranno l’onore di dare il loro sangue fisico, di essere uccisi per la fede, però Dio chiede a tutti coloro che credono in lui lo spirito del martirio, cioè tutti dobbiamo essere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede questo onore; noi, sì, siamo disponibili, in modo che, quando arriva la nostra ora di render conto, possiamo dire ‘Signore, io ero disposto a dare la mia vita per te. E l’ho data’. Perché dare la vita non significa solo essere uccisi; dare la vita, avere spirito di martirio è dare nel dovere, nel silenzio, nella preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana…”.