“Nonostante le difficoltà in cui tutti noi versiamo a causa dei disagi provocati dal terremoto ci sembrava utile non perdere la bella tradizione di sensibilizzare con l’iniziativa della Quaresima di Carità le nostre comunità a farsi carico le une delle altre”. Così don Massimo Dotti, direttore di Caritas diocesana, chiarisce il significato e l’importanza della proposta fatta a tutte le parrocchie per la Terza domenica di Quaresima, tradizionalmente dedicata alla Carità. Così le offerte raccolte il prossimo 3 marzo saranno destinate ad aprire un Centro-Caritas nella parrocchia di Sant’Antonio in Mercadello, favorendo l’inserimento di una famiglia che abitando l’appartamento della canonica garantirà una presenza di accoglienza e di attenzione agli ultimi. Questo servizio è pensato nei confronti degli abitanti di questo paese (particolarmente provati e per alcuni versi lasciati soli) ma anche dell’intera diocesi specialmente per quelle situazioni che vanno oltre la povertà economica e materiale ma necessitano piuttosto di un aiuto morale o spirituale. “E’ proprio quando ci si sente privati di tanto che occorre educare ed educarsi ad aprire comunque il cuore, portando i pesi gli uni degli altri e tenendo vivo uno sguardo premuroso verso chi sta peggio di noi”, osserva don Dotti. E così alcune persone hanno scelto strade non scontate, talvolta anche difficili, per servire la Chiesa e la gente. “La famiglia di Luca Luccitelli e Gabriella Colla, appartenenti all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, si mette volentieri a disposizione con la loro esperienza di accoglienza e con la rete di opportunità che la comunità di don Oreste Benzi può fornire per sostenere minori, famiglie in difficoltà e soprattutto per fare da referenti ed animare una piccola ma vivace comunità parrocchiale a partire proprio dalla testimonianza concreta della carità vissuta nell’accoglienza degli ultimi”.
In mezzo alla gente
Procedono velocemente i lavori alla canonica per consentire alla famiglia Luccitelli di offrire la propria presenza in parrocchia. Anche Luca e Gabriella – due figlie naturali e due in affido – hanno un mutuo su un’abitazione in classe E a Fossoli, ma non si sono persi d’animo e hanno cercato soluzioni alternative. Poi, quasi provvidenzialmente, la richiesta fatta dalla diocesi all’Associazione Papa Giovanni XXIII di poter avere una famiglia aperta che creasse a Sant’Antonio, un luogo di carità e accoglienza. “La scelta della Comunità è caduta su di noi e noi ci mettiamo volentieri a disposizione del territorio cui siamo legati da tante relazioni e che sentiamo ormai come nostra casa”, spiega Luca Luccitelli.
Nei giorni scorsi, grazie ad un intreccio di solidarietà iniziato con Viviana Cambiaghi di Monza in occasione del terremoto, sono arrivati anche i mobili per la nuova abitazione.
Con i ragazzi
La presenza della famiglia Luccitelli si integra in un vissuto parrocchiale dove sono impegnati Daniele Ferraresi e Davide Gavioli, due giovani che, pur appartenendo ad altre comunità, svolgono qui il loro servizio come segno di una presenza della Chiesa di Carpi su questo territorio, nel tentativo di portare speranza e comunione. E’ inoltre attivo il doposcuola Playstudio, che accoglie anche i ragazzi stranieri (e dunque anche di altre religioni) nelle attività del sabato pomeriggio. Si tratta di uno spazio aperto per tutti, dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18 con due educatori sempre presenti a disposizione dei ragazzi con proposte di attività, di gioco e laboratoriali. Gli iscritti aumentano e ogni giorno passano circa 15 bambini, alcuni dei quali hanno chiamato i loro amici. Tanti di loro vivono in container: la presenza di questo sostegno gratuito, la volontà dei bimbi di esserci, il clima famigliare che si cerca di costruire, sono elementi importanti e segni di speranza.