Trent’anni fa l’attentato a don Francesco Cavazzuti

Don Cavazzuti: testimone della luce della fede

“Noi possiamo testimoniare che don Francesco Cavazzuti pur avendo perso la possibilità di vedere la luce con gli occhi ha conservato la luce della fede, viva e trasparente, attraverso una vita sacerdotale efficace”. Con queste parole il vescovo monsignor Francesco Cavina ha introdotto la celebrazione eucaristica, nella chiesa di Santa Croce, in occasione del trentesimo anniversario che il sacerdote carpigiano subì in Brasile il 27 agosto 1987.
Il Vescovo ha poi ringraziato don Cavazzuti per il suo servizio che continua ad offrire alle parrocchie soprattutto attraverso le confessioni e infine ha letto e consegnato il riconoscimento del Giardino dei Giusti di Milano che ha inserito don Francesco tra i giusti che meritano di essere ricordati per il loro impegno a favore della giustizia e della pace.
Si sono uniti nella concelebrazione, oltre al parroco di Santa Croce don Adamo, anche alcuni confratelli, don Gino Barbieri, don Benito Poltronieri e don Arrigo Malavolti, missionario che ha condiviso una decina d’anni in Brasile con don Francesco.
Nel corso dell’omelia don Cavazzuti ha ripercorso i passaggi che hanno caratterizzato la sua esperienza missionaria partendo dalla considerazione che ogni vita è fatta di momenti e in ognuno di questi è importante saper coniugare la dimensione umana con quella spirituale che coincide con il progetto di Dio. Prima la chiamata alla missione in Brasile con il ministero come parroco, poi l’attentato del 1987, il successivo ritorno in Brasile su richiesta del vescovo Tomas Balduino, fino al ritorno definitivo in Italia.
In ognuno di questi passaggi cruciali per la sua vita don Francesco ha ricordato come si sia sempre affidato alla preghiera al Dio e all’intercessione di Maria, preghiere di abbandono alla volontà di Dio e di pieno affidamento della sua persona e del suo ministero a Dio e alla Chiesa.
 
 
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