Bellezza: è la parola che, ripetuta più volte, ha scandito la cerimonia di inaugurazione del Palazzo vescovile di Carpi, tenutasi il 29 maggio, a cinque anni esatti dal secondo evento sismico che scosse il nostro territorio. Un caloroso momento di festa che davvero meritava questo edificio nel cuore di Carpi, uscito dall’intervento di restauro non soltanto recuperato, ma ricondotto al suo splendore originario. Autorità civili e militari, rappresentanti delle realtà che hanno contribuito economicamente e delle aziende che hanno eseguito i lavori, dipendenti e collaboratori degli Uffici di curia, parroci, religiosi, e fedeli della Diocesi, tanti hanno partecipato alla cerimonia, che è stata allietata dall’esibizione degli alunni delle classi quinte della scuola Figlie della Provvidenza di Santa Croce. Ragazzi ed educatori coinvolti nel progetto “L’Orto del Vescovo” hanno, inoltre, portato in dono una cassetta ricolma delle verdure da loro coltivate. “Se il Palazzo vescovile oggi è così bello – ha affermato il Vescovo monsignor Francesco Cavina – bisogna darne merito alle persone che qui hanno lavorato e dato il loro contributo di professionalità e creatività. E dato che i danni inferti dal terremoto erano enormi, si è richiesta davvero una professionalità non comune”. Una bellezza, ha sottolineato monsignor Cavina, “che appartiene non solo alla Diocesi ma al patrimonio storico ed architettonico di tutta la città. Per questo lo spazio verde del giardino, come teatro all’aperto, ospiterà eventi di carattere culturale: una delle prime cose che faremo sarà un concerto, valorizzando la straordinaria acustica di questo luogo. Credo infatti – ha aggiunto – che la bellezza vada condivisa perché ci educa, ci aiuta a prendere consapevolezza che siamo fatti appunto per il bello e che siamo chiamati ad elevare lo sguardo verso qualcosa di superiore”. Alla Regione Emilia-Romagna, alla Conferenza Episcopale Italiana e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi è andato il ringraziamento del Vescovo per aver sostenuto economicamente la realizzazione del progetto. Inoltre, monsignor Cavina ha voluto ricordare come siano pervenuti tanti altri contributi da singoli fedeli. “Come per la Cattedrale – ha osservato – mi ha riempito di gioia vedere persone che sono intervenute, nel nascondimento e anche in forma anonima, soltanto per poter partecipare alla ricostruzione e alla restituzione alla nostra città dei suoi luoghi di appartenenza”. Vivo ringraziamento ha espresso il Vescovo anche alle aziende che hanno profuso la loro opera, in particolare Garc e Alchimia, e alle maestranze con cui “si è creato un clima di famiglia. E’ questo un aspetto quanto mai importante perché ci dice che quando la buona volontà, il dialogo, il confronto, ci portano ad aprirci agli altri e a collaborare, possiamo veramente contribuire a creare un mondo più bello”.