Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 luglio, la Pastorale giovanile diocesana, in collaborazione con le Sorelle Clarisse del monastero di Carpi, ha proposto, in contemporanea con la Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro, una Veglia con adorazione eucaristica notturna. Alla serata, che si è tenuta presso la chiesa di Santa Chiara ed è iniziata alle ore 21.30 con una lectio divina guidata dal Vescovo monsignor Francesco Cavina, hanno partecipato varie persone, soprattutto nelle prime ore della notte, nonostante il caldo e il periodo estivo già nel pieno delle vacanze e dei campi. L’esposizione del Santissimo Sacramento è stata sospesa solo per la visione in diretta della Veglia dei giovani a Rio con il Papa, per poi riprendere fino al mattino di domenica e chiudersi con la preghiera delle Lodi e la celebrazione della Santa Messa.
Il testo scelto dal Vescovo per la lectio divina è stato Gv 1,35-42 nel quale si racconta dell’incontro di Gesù con alcuni discepoli di Giovanni Battista e di come, mettendosi alla sequela di Gesù, sia cambiata la loro vita e quella delle persone a cui a loro volta hanno proposto questo incontro con il Signore. Il Vescovo, nel commento al testo e nella meditazione, ha ricordato che sempre nella vita della Chiesa, in ogni tempo e in ogni luogo, Gesù chiama alla sua sequela. Gesù, Agnello di Dio, non impone nulla a nessuno ma passa, condivide e propone con amore. Gesù resta sconosciuto fino a quando non c’è qualcuno che, come ha fatto Giovanni Battista, lo indica. Monsignor Cavina ha poi affermato con forza che è sempre Gesù che prende l’iniziativa nei nostri confronti, che ci chiama e ci sceglie e, se fossimo più consapevoli di questo, probabilmente la vita nostra e del mondo cambierebbe. Ma il cristiano è tale solo se rimane sempre in ricerca: il Vescovo ha definito i credenti dei “cercatori di Dio”, chiamati a condurre ogni giorno la propria ricerca e a rinnovare continuamente il proprio amore, nella consapevolezza che è proprio l’umanità di Cristo la via attraverso cui possiamo raggiungere Dio.
Nella frase “venite e vedrete” monsignor Cavina ha individuato l’essenza dell’evangelizzazione, che non consiste semplicemente nell’affidare agli altri dei trattati di Teologia ma nel proporre un incontro vivo. Sostanzialmente tocca a noi credenti mostrare Gesù con le nostre parole e la nostra vita, poiché la parola di Dio passa attraverso delle relazioni umane e i verbi che utilizza Gesù, andare-vedere-abitare, ne sono la dimostrazione. Come ha però più volte ribadito Papa Francesco, oggi più che mai è necessario uscire dai propri schemi, gruppi, spazi, per andare incontro a chi non ha ancora incontrato il Signore.
Infine il Vescovo ha concluso ricordando ad ognuno dei presenti che solo chi desidera autenticamente cambiare la propria vita può rispondere alla chiamata di Dio, perché chi risponde diventa inevitabilmente una persona nuova.