Via Crucis in memoria dei missionari martiri

La testimonianza di Carla Baraldi

Viviamo la via Crucis tutti i giorni

E’ iniziata con queste parole la testimonianza che Carla Baraldi, missionaria diocesana, rientrata a Carpi dal Benin, ha portato alla Via Crucis per i missionari martiri tenutasi venerdì 25 marzo a Mirandola. Un’occasione per fare memoria dei 22 missionari uccisi nel 2021 e per innalzare coralmente una preghiera per invocare la pace in Ucraina, unendosi a tutte le Chiese del mondo a cui Papa Francesco ha chiesto di compiere questa azione congiunta. 11 in Africa, 7 in America, 3 in Asia, 1 in Europa: con altrettante candeline colorate sono stati ricordati per nome e per il loro sì a Cristo fino a dare la vita i missionari martiri del 2021.

In ogni stazione della Via Crucis sono state lette testimonianze di uomini e donne coraggiosi (don Tonino Bello, don Francesco Cavazzuti, Gino Strada) per aiutare a riflettere sul tema della giornata “Voce del Verbo”. Voci da ascoltare in questo tempo di cammino sinodale per essere più vicini agli ultimi, ai poveri di ogni latitudine. Anche la voce di Carla Baraldi è una di queste, risoluta, essenziale, colorita per il “dialetto della bassa” che si mescola al francese. Si può immaginare che belle debbano essere le tante ninne nanne che canta alla sera per addormentare i suoi piccoli, al Centro per bambini malnutriti di Péréré. Tutti i giorni Carla accoglie persone che portano la loro croce e insieme rinnova la sua Via Crucis, nella condivisione di sofferenza e dolore che ogni storia porta con se’. Mamme che muoiono dopo il parto, neonati che non sopravvivono per l’ignoranza o la superstizione diffusa, piccoli che arrivano al centro disidratati e aff amati, questi sono gli incontri di Carla lungo la via crucis di tanti sorelle e fratelli figli dello stesso Dio.

La situazione del Benin come per gran parte dei paesi africani non è migliorata. E’ stata fatta una legge “buona” che tutela le ragazze dai matrimoni forzati, ma questa non è ancora sufficiente, perché sono costrette ad unioni premature, a gravidanze ripetute e a rischio. Per questo bisogno alla missione è stato istituito un Foyer che accoglie 50 ragazze che ricevono educazione scolastica e sociale, per cercare di emancipare la loro condizione e offrire loro prospettive di lavoro ed indipendenza. Carla, pur con tanti anni vissuti in missione, è convinta che “non ci si abitua alla sofferenza” e nonostante tutto si sente confermata nella sua vocazione, questa è la sua strada, questo il suo “lavoro”, solo così si può stare accanto a chi ogni giorno vive la sua Via Crucis!



Venerdì 25 marzo alle 21 nel Duomo di Mirandola, nel ricordo di don Cavazzuti e alla presenza di Carla Baraldi

Il 24 marzo si celebra la Giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei missionari martiri. La scelta della data non è casuale. Il 24 marzo del 1980, infatti, monsignor Oscar Romero, oggi Santo, veniva assassinato a San Salvador da militari suoi connazionali, fedeli al regime.

Per l’occasione il Centro Missionario Diocesano organizza uno speciale appuntamento: la Via Crucis venerdì 25 marzo, alle 21, nel Duomo di Mirandola, dedicata ai missionari e operatori pastorali uccisi nel 2021.

Questo percorso sarà guidato dai testi del Vangelo di Luca, dai “Salmi dal buio” di don Francesco Cavazzuti e dalle testimonianze di donne e uomini, anche molto giovani, che ogni giorno scelgono di spendere la propria vita per gli altri. Interverrà a conclusione della Via Crucis Carla Baraldi, missionaria in Benin, rientrata in Italia per un periodo di riposo.

Insieme alle preghiere scritte da don Cavazzuti, tra le testimonianze che verranno lette ad ogni stazione, ci saranno le parole di Gino Strada, fondatore di Emercency, di don Tonino Bello, il cui ministero episcopale fu caratterizzato da una costante attenzione agli ultimi. Poi quelle di Alejandro Solalind, difensore dei migranti centroamericani, di Carola Rackete, ambientalista ed attivista della solidarietà, di Nasrin Sotoudeh, avvocatessa che ha speso la sua vita per i diritti umani in Iran. Inoltre quelle di

Gabriella Bottani, missionaria comboniana in lotta contro la tratta degli esseri umani, di Alessia Bonari, infermiera diventata il simbolo della lotta al Covid, di Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, fondatori dell’associazione di volontari Linea d’Ombra. Infine quelle di Andrea Caschetto, “ambasciatore del sorriso”, Maria Ressa e Dimitry Muratov, Nobel per la pace 2021, e Marielle Franco Da Silva attivista per la giustizia in brasile.

È tempo di ripensare ad una Chiesa che si faccia madre, grembo, famiglia accogliente, generatrice di vita, di cammini di fede e impegno, che si faccia sorella e discepola, che ascolti e includa tutta l’umanità, e che, per questo, denunci qualsiasi abuso e ingiustizia e si spogli di tutto il superfluo per continuare a camminare per le strade del mondo.