Cammino Sinodale – Donne nella società e nella Chiesa

Vaticano, 24 marzo 2022: Papa Francesco riceve in udienza le partecipanti all’Incontro promosso dal Centro Femminile Italiano

Numerose sono state le partecipanti arrivate a Roma da ogni regione d’Italia a rappresentare il mondo della donna cattolica CIF, durante il 31° Congresso Nazionale Elettivo svoltosi dal 23 al 26 marzo 2022.

È stata questa un’occasione per confrontarsi, per camminare insieme, per affrontare tematiche attorno alle quali ci si è interrogate in questi giorni particolari della Storia: dove siamo oggi noi cristiani? Quale contributo evangelico offriamo in ogni ambito per custodire ogni persona e il bene comune? Come ci attiviamo per costruire fattivamente il Regno di Dio nella storia di questo tempo? In che modo comunichiamo la speranza a coloro che oggi vivono l’isolamento a causa dei rapporti virtuali, oppure perché senza lavoro o rifiutati? Come emerge dalla relazione della presidente nazionale Renata Natili Micheli, la storia del CIF entra in quella più vasta dell’associazionismo del dopoguerra poiché dichiara subito la sua volontà, che è quella di rivolgersi alle donne cattoliche dentro la storia della comunità ecclesiale.

Il CIF sorge per decisione concordata di uno dei due rami adulti dell’Azione Cattolica e si inserisce dentro un disegno ampio di formazione sociale e politica delle donne, destinata a nuovi compiti, e che la Chiesa perseguiva.

La caratteristica di questa nuova realtà associativa, che è poi l’elemento di continuità con il passato, è in quell’inedito politico di gestire il voto delle donne, ma soprattutto quello di individuare sotto l’ombrello ampio dell’obiettivo detto “politico”, una realtà sociale e antropologica di riferimento: le donne e le donne cattoliche. In occasione di questo Congresso CIF, in continuità con la propria mission statutaria, le Delegate hanno lavorato per gruppi di lavoro su Tesi Congressuali (Formazione, Identità e problematiche di genere, Famiglia, Scuola, Lavoro, Consultori, Centri Antiviolenza, Minori, Ambiente), per individuare, in linea con lo Statuto, gli obiettivi e le priorità associative del prossimo quadriennio 2022/2025.

Il professor Leonardo De Chirico, pastore della Chiesa evangelica di Roma e Direttore dell’istituto di Formazione Evangelica e Documentazione di Padova, ha trattato in profondità il tema congressuale “Identità creazionale dell’uomo e della donna in una condivisa missione”.

Significativa e toccante è stata poi l’Udienza in Vaticano con il Santo Padre, cui era presente il Consulente Ecclesiastico Nazionale card. Edoardo Menichelli. Papa Francesco, rispondendo al saluto della Presidente Micheli, si è così espresso: “Il CIF è nato in un contesto di difesa della dignità e dei diritti della donna, in quel periodo così ricco, così fecondo per l’Italia che ha fatto seguito alla seconda guerra mondiale. In quel contesto fortemente polarizzato in senso ideologico, il CIF nasce come scelta della responsabilità, dell’impegno per custodire l’umano. Era la scelta per quello che oggi chiamiamo cultura della cura, alternativa alla cultura dello sfruttamento e del dominio. (….) E’ grande la forza della donna…La cultura della cura, dell’accoglienza, la cultura del farsi prossimo. Voi la vivete attingendo dal Vangelo. L’avete imparato nella Chiesa, Madre e Maestra, e formandovi a coltivare prima di tutto in voi stesse la vita spirituale, ad aver cura le une delle altre, pregando le une per le altre. Care amiche, per tutto questo vi ringrazio e vi incoraggio ad andare avanti! Benedico di cuore voi qui presenti e tutte le socie, specialmente quelle più fragili. E anche, voi, pregate per me. Grazie!”.

 


Il Centro Italiano Femminile di Carpi ha elaborato un proprio contributo di studio e riflessione all’interno della fase di ascolto del sinodo. Dati e informazioni raccolte con il coinvolgimento di alcune parrocchie

A distanza di oltre trent’anni dall’indagine svolta dal Centro Italiano Femminile e dall’Azione Cattolica su “La donna nella Diocesi di Carpi, problemi e prospettive di una presenza”, il CIF ha organizzato un gruppo sinodale per poter riflettere ancora ed approfondire l’importante tema della “Donna nella Chiesa di Carpi”. 

Limitandoci alla zona di Carpi, sono stati raccolti i dati relativi alla presenza femminile nei vari organismi e ambiti parrocchiali. La frequenza alle Messe prefestive e festive non sempre è stata registrata in modo completo, è comunque valida la percentuale, rapporto donne uomini.

Si ringraziano le Parrocchie per la collaborazione: Cattedrale, San Nicolò, San Francesco, San Giuseppe, Corpus Domini, Quartirolo, Cibeno, Santa Croce e Gargallo, Fossoli, Budrione e Migliarina, Limidi, San Marino, Cortile.

Nell’ Esortazione apostolica Evangelii Gaudium (103) Papa Francesco rileva “che molte donne condividono responsabilità pastorali con i sacerdoti… ma c’è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa” : indicazione pienamente recepita nel Documento preparatorio al Sinodo, proprio nel secondo Nucleo tematico ”Ascoltare”.

Abbiamo quindi privilegiato questo nucleo che pone in modo chiaro la questione di genere: “come vengono ascoltati i Laici, in particolare giovani e donne? Come integriamo il contributo di consacrate e consacrati? Riusciamo a identificare pregiudizi e stereotipi che ostacolano il nostro ascolto?” Infine, nella condivisione dello stesso questionario diocesano (domanda 3) che si riferisce in modo esplicito alla necessità di valorizzare il ruolo della donna, abbiamo scelto di indagare sulla presenza delle donne di Carpi nelle relative parrocchie del territorio, per comprendere meglio il loro apporto alla vita parrocchiale e trarne occasione di riflessione. Che tipo di presenza esprime la donna nella Chiesa di Carpi? Quali servizi svolge più spesso? Il suo è un contributo attivo? Viene adeguatamente valorizzato?

Sui dati raccolti dal gruppo sinodale è stata aperta una riflessione al fine di affrontare concretamente le questioni indicate. La percentuale maggiore di donne è impegnata nel Catechismo, compito educativo importante, attraverso cui si trasmettono le verità della fede e si entra in con- tatto con i genitori verso i quali si può riprendere o rafforzare un legame con la stessa comunità parrocchiale; anche tra gli educatori prevale l’impegno femminile. Stessa percentuale si rileva nell’impegno all’interno delle Caritas Parrocchiali, con l’assistenza mirata al disagio economico e sociale. Il 48% nei Consigli pastorali potrebbe dirci che la presenza di donne-uomini è pressoché paritaria, ma basterebbe confrontare il dato con il Consiglio Pastorale Diocesano, per comprendere che, appena un organismo acquista maggiore “prestigio”, la percentuale diminuisce (tot 32, donne 11, con una presenza decisamente in calo, 34%).

Quasi pari i ministri e le ministre dell’eucarestia che svolgono un importante ruolo di dispensatrici dell’eucarestia, di prossimità e presenza presso malati e anziani. La presenza delle religiose nelle parrocchie è un’altra risorsa sulla quale richiamare l’attenzione per l’opera organizzativa, educativa e liturgica rilevante, per le visite costanti agli anziani, fondamentale inoltre la loro presenza nelle scuole parrocchiali e paritarie. Rilevante anche il divario nelle messe feriali, mentre nelle messe festive, pur rimanendo maggioritaria la presenza femminile, il divario diminuisce, forse perché, come dice Garelli in Gente di poca fede, “la religiosità delle persone anziane è quella più elevata, fortemente ancorata alla fede della tradizione con le donne in prima fila che si portano appresso gli uomini” Sempre nella stessa indagine risulta che anche in altre patiche religiose le donne esprimono una maggiore fedeltà, per esempio nella preghiera quotidiana (maschi 17,5, femmine 34,8), con una tendenza all’abbandono da parte delle giovani generazioni. Anche ad altri livelli la presenza delle donne è rilevante: nelle scuole statali di Carpi ricoprono l’incarico di insegnanti di religione 36 donne su un totale di 57 docenti, (63%).

A livello diocesano l’Azione Cattolica con i suoi 1562 iscritti registra una prevalenza di donne (919), con una percentuale del 59%, rafforzata da un Consiglio diocesano di 25 componenti, di cui 15 donne. Sempre in diocesi sono 1757 le adesioni nell’Agesci, di cui 844 donne, il 48%, con una percentuale di educatori/educatrici quasi uguale.

Dopo aver analizzato questi dati, che confermano un sostanziale prevalere della presenza femminile, nel nostro incontro del 16 febbraio, ci siamo chieste se la Chiesa locale valorizza tale contributo, se è consapevole che il cammino delle donne nella chiesa, come nella società, deve compiere ulteriori passi. Una delle aderenti osserva che “quello che sorprende è che ancora oggi la Chiesa nei suoi organismi non consideri la donna capace di fare tutto quello che fanno gli uomini e non abbia verso di loro attenzione e ascolto”. In linea con quanto Papa Bergoglio, in apertura del Sinodo, esprime sulla mancanza di partecipazione che provoca disagio e sofferenza negli operatori di pastorale, soprattutto ”nelle donne che spesso sono ancora ai margini”. Per dare quindi una risposta alla doppia sfida: dove inserirci, come inserirci, con i dati raccolti potremmo sicuramente sostenere di esserci, mentre sul “come” si possono esprimere riserve. Come essere dunque nella Chiesa, in questo contesto di sinodalità? E’ stato detto che il Sinodo è un’esperienza, che lo scopo non è produrre documenti, ma “suscitare profezie, visioni… intrecciare relazioni.. imparare uno dall’altro” (G. Costa). Siamo concordi nel riconoscere che questa fase sinodale ci offre un’occasione per dire come vorremmo “esserci” nella Chiesa, tanto più che vengono evocate capacità comunicative, relazionali che contraddistinguono le donne. Secondo noi tutti i cambiamenti possono avvenire oggi solo nella cooperazione reale tra uomini e donne, attraverso relazioni reciproche, che si riflettono sulle strutture partecipative e decisionali. Riconoscimento che non può che migliorare sia le donne che gli uomini e comporta un rinnovamento, nel linguaggio, nelle scelte che rispettano il principio della doppia presenza, di una visione più completa. Dal nostro confronto è anche emerso che occorre una preparazione adeguata da parte di noi donne, per affrontare le sfide e cooperare ad un rinnovamento: un significativo riconoscimento proviene dal Laboratorio Teologico “san Bernardino Realino” con il corso “Il protagonismo femminile nel nuovo Popolo di Dio”. Ai fini di una programmazione strutturale e incisiva, è provvidenziale il Motu proprio di Papa Francesco. Con la modifica del Can.230 del Codice di diritto Canonico, infatti, le persone di sesso femminile possono accedere al Ministero istituito del Lettorato e dell’Accolitato, in virtù “della comune condizione di battezzato e del sacerdozio regale ricevuti nel Sacramento del Battesimo”. Si potrebbero già da ora istituire percorsi adeguati per accedere a tali ministeri anche nelle diocesi di Carpi- Modena.

Hanno partecipato al gruppo sinodale Lidia Bovi, Giulia Campioli, Gabriella Contini, Anna Gelli, Raffaella Ghidoni, Milena Lasalandra, Nadia Lodi, Mazzocchi Teresa, Nicolini Bianca, Linda Olivero, Anna Rustichelli, Tiziana Zaccarelli, don Carlo Gasperi