La lettera del Vescovo ai sacerdoti della Diocesi sulla visita alle famiglie

Carissimi sorelle e fratelli in Cristo,

inizia un nuovo anno pastorale e, seppur segnato dall oneroso impegno per la ricostruzione delle nostre strutture ecclesiali, desidero sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni che vorrei entrassero a fare parte dell Agenda pastorale di questo anno.

Il papa Francesco, con il Suo Magistero ed i suoi gesti, ci invita a recuperare una dimensione fondamentale della fede, la missionarietà. L uomo va cercato, non è più il caso di attendere, bisogna andare. Un attività pastorale, scrive il Card Dionigi Tettamanzi, che “rimane chiusa nelle mura della parrocchia, in attesa che le persone vengano e partecipino, è un attività oggi perdente, che non riesce più a dialogare con la gente nella concreta realtà della sua vita quotidiana”.

La più bella definizione del parroco mi sembra questa: è il buon Pastore che conosce il suo gregge e dà la vita per esso. Conoscere non significa solo sapere quante e quali famiglie sono presenti in parrocchia, ma stringere rapporti di amicizia con loro.

La visita alle famiglie o “benedizione delle case” costituisce un opportunità privilegiata per incontrare le persone là dove esse vivono, amano e soffrono. Il “Benedizionale” la definisce un “occasione preziosa” che i sacerdoti e i loro collaboratori devono avere “particolarmente a cuore” per “avvicinare e conoscere tutte le famiglie” di un territorio. Per tale ragione al n. 435 stabilisce: “Obbedienti al mandato di Cristo, i pastori devono considerare come uno dei compiti principali della loro azione pastorale la cura di visitare le famiglie per recar loro l annuncio della pace di Cristo “.

So bene che le visite comportano molto impegno e fatica con reazioni diverse: il rifiuto, un accoglienza fredda, un accoglienza calorosa, un incontro con persone di fede, con persone senza fede, con persone in situazioni particolari Inoltre, i ritmi di

lavoro costringono molti alla mobilità svuotando o quasi durante il giorno interi quartieri.

Tuttavia, la visita costituisce una grande carità perché attraverso di essa le persone hanno la possibilità di sentire accanto la Chiesa, che vuole portare una parola di speranza oltre la crisi che caratterizza il nostro tempo, e qualcuno che gli rappresenta Dio che si occupa di loro e non abbandona nessuno. E l occasione per censire i malati da visitare, le persone sole, le famiglie in difficoltà, i bambini e i ragazzi del catechismo, per tastare il polso della vita spirituale tra le mura domestiche in modo da individuare le difficoltà e le sfide che una comunità parrocchiale è chiamata ad affrontare.

In questo particolare servizio è bene che siano coinvolte insieme ai sacerdoti anche altre persone, primi fra tutti i diaconi permanenti, le religiose, i membri del consiglio pastorale, i ministri straordinari della Comunione, i Missionari del Vangelo, i laici appartenenti a diverse aggregazioni.

Ci aiuterà a comprendere l utilità di questo servizio Mons. Verrucchi, Arcivescovo emerito di Ravenna nell incontro che avremo il giorno 19 settembre 2013.

Insieme a questo servizio sono a chiedervi di rendere pubblici nelle vostre parrocchie non solo gli orari delle celebrazioni liturgiche, ma anche quelli in cui i fedeli potranno trovarvi disponibili per il sacramento della Penitenza.

31-08-2013