Il Vescovo per la vita consacrata

07-02-2008


Nelle parole del vescovo Elio la gratitudine per le comunità religiose presenti in Diocesi e l’esortazione a vivere con pienezza la propria vocazione


 


Solo così sarete ‘profezia paradossale e affascinante’


 


Impossibilitato ad essere presente a causa della convalescenza seguita all’intervento chirurgico il vescovo Elio Tinti ha inviato ai religiosi e alle religiose il testo dell’omelia della messa della Giornata per la vita consacrata che in diocesi è stata celebrata domenica 3 febbraio nella chiesa di San Nicolò. Riportiamo una sintesi dell’omelia.


 


(‘) Come evitare la mediocrità, l’imborghesimento e la mentalità consumistica? Alcuni suggerimenti, che Voi ben conoscete, ma che io raccomanderei come esame di coscienza, perché mi è capitato, prima di diventare Vescovo, di sentire consacrati e di vedere qualche comunità di religiosi senza quello spirito di prudenza e di attenzione, nei confronti per esempio della televisione dopo cena, o senza una fedeltà e una cura di innamorati nei momenti di preghiera comunitaria e personale, o senza una preoccupazione di vivere una sana e forte fraternità, ma talvolta vivendo come ‘battitori liberi’ nella Comunità illanguidendo lo spirito e l’impegno comunitario anche agli altri membri.


Già, Voi tutti, carissimi Consacrati e Consacrate della diocesi di Carpi, grazie al Signore, state vivendo con fedeltà ed entusiasmo la Vostra vita consacrata e tante volte mi avete edificato e ho ringraziato il Signore per quanto siete e per quanto e come vivete, e ringrazio il Signore per il dono di Padre Elio Gilioli nella sua missione di Vicario Episcopale per la vita consacrata e ringrazio il Signore ancora per le tre suore indiane della Congregazione della Visitazione che si sono insediate a Migliarina e presteranno servizio infermieristico e di pastorale sanitaria presso le strutture ‘Il Carpine’ e il ‘Quadrifoglio’. Cinque i punti che a me Vescovo premono per ogni famiglia religiosa presente in diocesi, sia monastica, sia religiosa che di consacrazione laicale:



  1. Fedeltà alla vita comunitaria: siate epifania del Signore, che ha detto: ‘Da questo gli altri vi riconosceranno per miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri'(Gv 13,35).

  2. Primato alla preghiera comunitaria assieme ogni giorno, costi quello che costi, senza scuse di apostolato od altro: quando non ci sono motivi particolarmente urgenti o di salute, di famiglia, di impegni straordinari, il non partecipare alla preghiera comunitaria può essere una infestazione diabolica; è nella preghiera comunitaria, con la lectio divina e le risonanze spirituali personali sulla Parola di Dio che si costruisce una fraternità religiosa.

  3. Fedeltà alla preghiera personale: ciascuno fa parte di una comunità, ma il suo cuore e la sua vita sono donate al Signore con il quale debbono esserci molti momenti di forte intimità nella preghiera ‘cuore a cuore’.

  4. Coerenza attenta e senza compensazioni nell’osservanza dei voti.

  5. Vivere il proprio essere consacrati al Signore con gioia, facendolo sprizzare dagli occhi, dal comportamento e contagiando giovani e ragazze a un senso pieno di vita.

Scrivono i Vescovi nel loro messaggio per la giornata mondiale della vita consacrata: ‘Così facendo, si apprende ad assumere lo stile di vita di Cristo casto, povero e obbediente, umile e sobrio, proteso alla carità. La vita consacrata diventa così ‘confessio Trinitatis, signum fraternitatis, servitium caritatis’, luminosa testimonianza profetica, epifania della forma di vita di Gesù, presenza incisiva all’interno della Chiesa e profezia paradossale e affascinante in un mondo disorientato e confuso. Mi sembra, terminando, quanto mai stimolante l’insegnamento del S. Padre nella sua recente lettera enciclica ‘Spe Salvi’: ‘La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine ‘ di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata’ (n.49). Maria Santissima sia la Vostra stella e Vi renda fari di speranza per tutta l’umanità’.


 


                                                                              + Elio Tinti, Vescovo