Omelia nella messa per la vita consacrata

Domenica 3 febbraio 2008 ' ore 17,30
07-02-2008


1.      La giornata mondiale della vita consacrata è stata voluta dal Papa Giovanni Paolo II e si è iniziata a celebrarla nel 1997 con una triplice motivazione:


a.       Promuovere in tutti i cristiani la conoscenza e la stima per la vita consacrata nelle diverse forme.


b.      Ringraziare il Signore per il dono della vita consacrata e dei consacrati.


c.       Pregare per i consacrati perché siano sempre coscienti delle meraviglie che il Signore ha operato in loro e vivano con entusiasmo di fede e con gioia la loro consacrazione ricevendo e irradiando la speranza nei beni dell’aldilà, la consolazione e la misericordia.


2.      La liturgia di oggi ci aiuta a vivere bene questa giornata:


a.       Il Profeta Sofonia invita a cercare Dio e promette un popolo nuovo; questo popolo nuovo sarà un resto, sopravvissuto ad una terribile purificazione. Resteranno solo gli umili e i poveri e questi saranno beati: si troveranno ‘al riparo nel giorno dell’ira del Signore’ potranno pascolare e riposare senza che alcuno li molesti’ (Sof 2,3 e 3,12-13).



  1. Queste parole del profeta Sofonia trovano la loro pienezza nell’annuncio delle Beatitudini che Gesù fa alle folle in cui prolunga la magna charta del regno: il povero, che non basa la sua salvezza sulle possibilità umane e terrestri, ma solo sul dono divino e sulla redenzione di Cristo è scelto da Dio come strumento per le sue realizzazioni meravigliose (Mt 5,1-12).

  2. Anche San Paolo sottolinea questa realtà scrivendo ai Corinzi: ‘Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio’ (Cor 1,27-29).

3.      Chi sono gli uomini e le donne delle Beatitudini? Sono uomini e donne fermi, con lo sguardo fisso verso Dio. Fanno molte cose, ma si capisce che la prima passione è l’essere innamorati di Dio. Di più: Dato che le Beatitudini sono un presente che tocca il futuro, gli uomini e le donne delle Beatitudini sono coloro che con la loro vita e la loro testimonianza annunciano e rivelano la vita del Cielo. L’uomo di oggi non ha più questa speranza nel futuro, è solo avido di esperienze immediate ed è superficiale. Si vive una vita sola, certo! Però posso vivere in questa vita sola, l’anticipo della pienezza futura. Ma posso viverlo solo se so che è un anticipo! Voi, carissimi fratelli e sorelle consacrati siete coloro che il Signore ha chiamato e ci ha donato ad essere segno, annuncio, profezia, richiamo forte ai beni e alla vita futura, proprio mediante i Vostri Voti che sono pienezza d’amore a Dio e fiducia solo nelle cose di Dio e in Dio.


4.      Sono una tessera di identità per ciascuno di Voi le parole tratte dal Commento al Cantico dei Cantici di Frère Luis de Leòn, vissuto nel 1500: ‘Tutto quello che c’è in me è del mio Amato, a lui devo tutto; non si pensi che io ami un altro né si pensi che io desideri che altri si compiacciano di me, perché io sono e sarò sempre del mio Amato, come lui è mio: chi mi vuol bene voglia bene anche a lui, perché io sono di chi lui vuole che io sia’. E sono sempre più ricche di riflessione e suscitatrici di ardore le parole del S.Padre Benedetto XVI nel discorso ai Superiori e alle Superiori Generali del 22 maggio 2006: ‘Appartenere al Signore vuol dire essere bruciati dal suo amore incandescente, essere trasformati dallo splendore della sua bellezza: la nostra piccolezza è offerta a Lui quale sacrificio di soave odore’ Essere di Cristo significa mantenere sempre ardente nel cuore una fiamma di amore’. Nella stessa occasione il Papa ha messo in guardia dall’insidia della mediocrità, dell’imborghesimento e della mentalità consumistica, che mette oggi a repentaglio anche la vita consacrata, rammentando che ‘il Signore vuole uomini e donne liberi, non vincolati, capaci di abbandonare tutto per seguirlo e trovare solo in Lui il proprio tutto’.


5.      Come evitare la mediocrità, l’imborghesimento e la mentalità consumistica? Alcuni suggerimenti, che Voi ben conoscete, ma che io raccomanderei come esame di coscienza, perché mi è capitato, prima di diventare Vescovo, di sentire consacrati e di vedere qualche comunità di religiosi senza quello spirito di prudenza e di attenzione, nei confronti per esempio della televisione dopo cena, o senza una fedeltà e una cura di innamorati nei momenti di preghiera comunitaria e personale, o senza una preoccupazione di vivere una sana e forte fraternità, ma talvolta vivendo come ‘battitori liberi’ nella Comunità illanguidendo lo spirito e l’impegno comunitario anche agli altri membri. Già, Voi tutti, carissimi Consacrati e Consacrate della diocesi di Carpi, grazie al Signore, state vivendo con fedeltà ed entusiasmo la Vostra vita consacrata e tante volte mi avete edificato e ho ringraziato il Signore per quanto siete e per quanto e come vivete, e ringrazio il Signore per il dono di Padre Elio Gilioli nella sua missione di Vicario Episcopale per la vita consacrata e ringrazio il Signore ancora per le tre suore indiane della Congregazione della Visitazione che si sono insediate a Migliarina e presteranno servizio infermieristico e di pastorale sanitaria presso le strutture ‘Il Carpine’ e il ‘Quadrifoglio‘.  Cinque i punti che a me Vescovo premono per ogni famiglia religiosa presente in diocesi, sia monastica, sia religiosa che di consacrazione laicale:



  1. Fedeltà alla vita comunitaria: siate epifania del Signore, che ha detto: ‘Da questo gli altri vi riconosceranno per miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri'(Gv 13,35).

  2. Primato alla preghiera comunitaria assieme ogni giorno, costi quello che costi, senza scuse di apostolato od altro: quando non ci sono motivi particolarmente urgenti o di salute, di famiglia, di impegni straordinari, il non partecipare alla preghiera comunitaria può essere una infestazione diabolica; è nella preghiera comunitaria, con la lectio divina e le risonanze spirituali personali sulla Parola di Dio che si costruisce una fraternità religiosa.

  3. Fedeltà alla preghiera personale: ciascuno fa parte di una comunità, ma il suo cuore e la sua vita sono donate al Signore con il quale debbono esserci molti momenti di forte intimità nella preghiera ‘cuore a cuore’.

  4. Coerenza attenta e senza compensazioni nell’osservanza dei voti.

  5. Vivere il proprio essere consacrati al Signore con gioia, facendolo sprizzare dagli occhi, dal comportamento e contagiando giovani e ragazze a un senso pieno di vita.

6.      Scrivono i Vescovi nel loro messaggio per la giornata mondiale della vita consacrata: ‘ Così facendo, si apprende ad assumere lo stile di vita di Cristo casto, povero e obbediente, umile e sobrio, proteso alla carità. La vita consacrata diventa così ‘confessio Trinitatis, signum fraternitatis, servitium caritatis’, luminosa testimonianza profetica, epifania della forma di vita di Gesù, presenza incisiva all’interno della Chiesa e profezia paradossale e affascinante in un mondo disorientato e confuso. Mi sembra, terminando, quanto mai stimolante l’insegnamento del S.Padre nella sua recente lettera enciclica ‘Spe Salvi’: ‘La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine ‘ di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata’ (n.49). Maria Santissima sia la Vostra stella e Vi renda fari di speranza per tutta l’umanità’.


 


                                                                              + Elio Tinti, Vescovo