É dal 1978, pronunciando la promessa di lupetto nel gruppo Carpi 4 della parrocchia di Quartirolo, che Samuele Di Iorio è membro dell’Agesci. Una “strada” scout che oggi, 48enne, sposato e titolare di un’impresa di export, lo ha portato ad assumere, con l’elezione all’Assemblea di sabato scorso, l’incarico di responsabile di Zona. “Tutto il mio servizio si è svolto finora come capo unità o aiuto capo nelle diverse branche del Carpi 4, senza ricoprire altri ruoli di responsabilità – spiega -. Ho sempre voluto dare la priorità ad un’esperienza ‘sul campo’ con i ragazzi. Ora, invece, ho sentito che è giunto il momento di mettermi in gioco in un incarico nuovo per me all’interno dell’associazione”. Con grande entusiasmo, dunque, e con l’esperienza maturata quale educatore e catechista, Samuele intraprende questa “avventura”, che, come da statuto, lo vedrà affiancato nei prossimi mesi – fino al 1 ottobre, quando entrerà ufficialmente in carica – al responsabile di Zona uscente, Marco Bigliardi del Rolo 1, per un necessario periodo di “passaggio di consegne”. “Sarà per me una bella sfida ricevere il testimone da Marco – osserva -. Pensiamo al grande lavoro svolto l’anno scorso con il coinvolgimento dell’Agesci nell’organizzazione di due eventi come la riapertura della Cattedrale e la visita di Papa Francesco… Ripeto, non sarà facile per me raccogliere questa eredità importante, ma la sento certamente come uno stimolo a fare bene”. Non anticipa nulla Di Iorio riguardo ai progetti che intende portare avanti durante il suo mandato, anche perché, osserva, “devo ancora imparare tante cose dal punto di vista ‘istituzionale’ richieste dal mio nuovo servizio”, ma profonda è in lui la convinzione che responsabile di Zona non significa “capo dei capi”. “Mi vedo chiamato ad essere come un direttore d’orchestra – sottolinea – che non insegna a suonare, perché i capi educatori sanno già farlo, cioè conoscono il metodo scout, ma che armonizza, coordina. E’ molto più bello suonare insieme, in armonia, piuttosto che da soli! Il direttore d’orchestra, poi, volta le spalle al pubblico, perché chi si vede e chi risalta sono i musicisti, i capi che fanno servizio nei rispettivi gruppi”. Una convinzione a cui si aggiunge per Samuele quella del ruolo prezioso dello scautismo nella formazione integrale della persona. “Se i miei genitori non mi avessero iscritto ai lupetti, non sarei l’uomo che sono oggi – sottolinea -. Dallo scautismo ho imparato valori come il servizio e la voglia di spendersi per gli altri, un’apertura verso tutto ciò che ti sta accanto che definirei politica nel senso etimologico della parola, cioè di cittadinanza attiva. Da qui l’attenzione per il prossimo, i rapporti umani, la natura e l’ambiente, la solidarietà…”. Insomma, l’impegno costante a mettere in pratica quelle parole di Baden-Powell che sempre interpellano: “preoccupatevi di lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo avete trovato”.