All’Assunta il ricordo dei cristiani perseguitati

La preghiera e l’abbraccio di Carpi

La celebrazione dell’Assunzione della Beata Vergine Maria è la più antica e solenne tra le espressioni di pietà e di affetto con cui i carpigiani onorano da quasi cinque secoli la loro celeste Protettrice. Per il terzo anno la liturgia, presieduta dal Vescovo monsignor Francesco Cavina, è stata celebrata sul palco allestito in piazzale Re Astolfo, da cui è partita la tradizionale processione per le vie del centro. Numerosi i fedeli presenti, fra cui le autorità civili e militari con il sindaco Alberto Bellelli, un’ampia e sentita partecipazione che lo stesso monsignor Cavina ha voluto elogiare. Non sono mancati inoltre i rappresentanti di diverse realtà associative e di volontariato, fra cui l’Unitalsi che ha accompagnato ammalati e anziani. Una particolare intenzione di preghiera per i cristiani perseguitati in Iraq è stata espressa più volte dal Vescovo durante la liturgia e nel discorso al termine della processione, raccogliendo così l’appello per la giornata del 15 agosto lanciato dal Santo Padre e dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Di seguito l’omelia.
 
La solennità dell’Assunta, nostra patrona, è motivo di gioia e di grande speranza. La Vergine Madre, infatti, è il primo essere umano presente con la sua anima e il suo corpo nella gloria di Dio.
Noi, facendo appello alla nostra fantasia e influenzati anche dai tanti dipinti che raffigurano questo evento della Vergine, pensiamo all’Assunzione come ad un viaggio che la Maria Santissima avrebbe fatto andando dalla terra verso le nuvole ed oltre. 
L’Assunzione non è un passaggio da un livello ad un altro livello, è un passaggio da un mondo ad un altro mondo. Il libro dell’Apocalisse, nel tentativo di spiegarci che cosa è avvenuto nella Vergine Santissima usa un’immagine molto significativa: Maria, dopo che è stata assunta in cielo con la sua anima e il suo corpo, è divenuta la “Donna vestita di sole”. La Vergine, cioè, si trova ormai al di là della morte, in quella Luce che le Sacre Scritture chiamano “Regno di Dio”.
Perché la Vergine ha avuto questo privilegio? Perché non ha avuto paura di Dio. La grande tentazione a cui l’uomo è sottoposto dal diavolo è quella di ritenere Dio un concorrente della propria felicità o peggio ancora un “padrone” che rende schiavo l’uomo. Maria, nutrendosi della Parola di Dio, ha scoperto che la grandezza di Dio non solo non umilia la nostra vita, ma al contrario la rende grande, la eleva, la divinizza, l’espande verso orizzonti inaspettati.
Maria, dunque, è la Madre che con il suo esempio ci sollecita ad accogliere nella nostra vita il suo Figlio, a fare quello che lui ci dice, a fidarci del suo amore per godere della pienezza della vita, per non stancarci di camminare verso il Regno di Dio, per imparare che siamo incamminati non verso la dissoluzione e il nulla, ma verso un destino di pienezza e di gloria.
Nella Vergine Maria noi, discepoli di Cristo, vediamo, dunque, la meta verso la quale siamo incamminati. Questa festa, quindi, parla del nostro destino futuro, e ci dice che anche noi, come Maria, saremo accanto a Gesù nella gioia di Dio.
Ma che differenza esiste tra la resurrezione di Cristo e l’Assunzione della Vergine Madre e la nostra resurrezione corporale? Cristo risorge da morte perché Dio e in quanto tale non può rimanere in potere della morte. La Vergine, e anche noi, al contrario, siamo innalzati al cielo, siamo cioè fatti partecipi, per grazia, cioè per dono, della vita di Dio.
Il fatto che Maria sia stata assunta in cielo con il suo corpo e la sua anima è garanzia che tutto l’uomo è salvato, che il nostro corpo risorgerà. Al Dio fatto uomo corrisponde l’uomo deificato, cioè un vivente la cui vita non ha limiti perché liberata finalmente dal male e dalla morte.
Maria assunta nella gloria di Dio è lontana da noi? E’ vero il contrario.
Quando era in terra poteva essere vicina solo ad alcune persone. Essendo ora in Dio, Maria partecipa della vicinanza di Dio all’uomo. Pertanto è vicina a ognuno di noi, conosce il nostro cuore, ascolta le nostre preghiere.
Nella vita di San Bernardino Realino, nostro concittadino, si narra di un’esperienza mistica molto bella. In un momento molto difficile della sua vita all’improvviso gli apparve la Vergine santissima. Ella gli sorrideva e tendeva verso di lui le mani come per accoglierlo, poi lo sollevò dalla sedia dove egli si trovava preso dai suoi tristi pensieri, e gli indicò il Cielo, dicendogli: “Ecco la tua patria!”. La visione poi scomparve. La Vergine Maria era scomparsa al suo sguardo, ma nel cuore gli era rimasto un grande desiderio di consacrarsi a Dio e di compiere opere sante.
Ci è Madre e dunque è infinitamente materna e totalmente rivolta verso di noi, verso le nostre sofferenze, verso la Chiesa pellegrinante nel tempo. Diceva il Santo Curato d’Ars: “Il cuore di questa buona madre non è che amore e misericordia, non devi temere. Basta solo rivolgersi a lei e sarai salvo”.
Oggi la nostra preghiera alla Vergine Santissima vuole allargarsi e comprendere nel suo abbraccio  – accogliendo l’invito del Santo Padre e della Conferenza Episcopale Italiana – la situazione drammatica di centinaia e migliaia di nostri fratelli e sorelle nella fede che in Iraq subiscono atroci persecuzioni tra l’indifferenza generale. Nello stesso tempo chiediamo alla Comunità Internazionale di fermare l’avanzata delle milizie islamiche, che distruggono non solo la comunità cattolica, ma anche altre popolazioni e devastano statue, monumenti storici, centri culturali, chiese, templi e moschee.
E allora, Regina Assunta in cielo, intercedi per noi e per tutti coloro che soffrono a causa dell’amore per il tuo Figlio!
Francesco Cavina, Vescovo