“Ci è stato dato un figlio”

Una lettera del Vescovo in occasione del Natale

“Il Figlio di Dio, facendosi uomo, è venuto a svelarci chi è Dio e chi è l’uomo”. Parte da questa rivelazione la riflessione che il Vescovo di Carpi monsignor Francesco Cavina, in occasione del Santo Natale, ha dedicato al mistero della paternità di Dio in una lettera dal titolo “Ci è stato dato un figlio”.
“Che cosa significa riconoscere che Dio è Padre? Che cosa comporta il fatto che Gesù sia il Figlio di Dio?” sono le domande che danno il via al suggestivo percorso nel quale monsignor Cavina conduce il lettore attraverso i riferimenti alla Parola di Dio e dei Padri della Chiesa, non senza raccogliere anche i pensieri e le provocazioni di autori contemporanei.
“Mandando il Figlio, il Padre ci ha mandato un altro se stesso”, afferma Sant’Agostino: ecco allora che “Gesù è venuto non solo per rivelarci chi è Dio, ma per fare comprendere agli uomini – scrive monsignor Cavina – ciò che erano da sempre nel progetto di Dio: figli. A coloro che lo accolgono, il Verbo Incarnato dà il potere di diventare figli di Dio. La nostra figliolanza allora è un dono che si riceve, ‘un potere’ che viene donato, una grazia che raggiunge la nostra vita”. Siamo di fronte al mistero dell’incarnazione e del Natale nel suo più autentico significato come dono gratuito per la felicità e libertà dell’uomo.
Un percorso che non tralascia di toccare alcune affermazioni di Gesù tratte dall’Ultima Cena davanti alle quali, scrive con genuina schiettezza il Vescovo di Carpi, “c’è da rimanere storditi”, e che passa infine dal riconoscersi nel “Padre nostro” ricco di misericordia, al sentirsi figli e quindi fratelli in Gesù Cristo. La conclusione è sull’identità e la missione della Chiesa come luogo dove “il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo vengono a noi, si interessano di noi, anche se nello stesso tempo si compiono qua e là i terribili tradimenti. L’abitudine a questo miracolo può toglierci anche la riverenza e farci incoscienti – osserva monsignor Cavina – rimane però sempre vero che ci troviamo faccia a faccia con Colui che ci ha creato, ha creato il cielo e la terra, con Colui che quando riusciremo a vederlo… sarà uno stupore infinito”.
Quello stesso stupore anima il lettore, che si sente quasi condotto per mano davanti alla capanna di Betlemme, invitato a sostare davanti alla rivelazione di Dio Padre nel suo Figlio Gesù.
 
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