Se prosegue fecondo il legame di comunione e di solidarietà della Chiesa di Carpi con i cristiani iracheni profughi in Kurdistan – a cui saranno devolute le off erte raccolte durante la Peregrinatio Mariae -, è destinato ad approfondirsi a breve anche quello con i cristiani di Aleppo. Dal 17 al 22 settembre prossimi, infatti, il Vescovo monsignor Francesco Cavina sarà in visita in Libano e in Siria, come da lui annunciato nel corso della conferenza stampa di presentazione della Peregrinatio Mariae lo scorso 28 agosto. Come già per le sue tre visite in Kurdistan e in Iraq, il Vescovo Francesco farà parte di una delegazione della Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), guidata da Alessandro Monteduro, direttore di Acs Italia, con al seguito alcuni giornalisti. Monsignor Cavina partirà da Carpi domenica 17 settembre alla volta di Roma, da cui l’indomani raggiungerà in aereo il Libano, “per un primo momento di incontro – ha spiegato – con i patriarchi libanesi. Seguirà il trasferimento in auto, scortati, ad Homs in Siria, per la visita alla città. La tappa principale sarà, però, Aleppo dove Aiuto alla Chiesa che Soffre sta realizzando numerosi progetti a sostegno della popolazione ‘intrappolata’ in città. Si tenterà, inoltre, di entrare a Damasco ma vedremo, perché è necessario muoversi con attenzione”. Scopo della visita, ha sottolineato il Vescovo, è “compiere una ricognizione approfondita in loco per vedere e valutare che cosa la Chiesa può mettere in opera per la ricostruzione di Aleppo, dove manca tutto”. Ancora una volta, dunque, la Diocesi di Carpi è invitata ad accompagnare nella preghiera il suo Pastore in questo viaggio per incontrare le comunità cristiane del Medioriente. “Parto nuovamente – ha concluso monsignor Cavina – con la fiducia che, poiché insieme ad Aiuto alla Chiesa che Soffre si va per fare del bene al prossimo, il Signore ci aiuterà”. Il difficile rientro dei cristiani Dopo sei anni di raid, combattimenti e scontri casa per casa, Aleppo cerca oggi di tornare a vivere. Monsignor Antoine Audo, il vescovo caldeo di Aleppo, che venne in visita a Carpi nell’aprile 2016, ha raccontato ad Acs, come, dopo la riconquista della città da parte delle forze governative e la messa in sicurezza di alcune aree, molte famiglie cristiane abbiano scelto di lasciare i campi profughi del Libano e le altre città della Siria, per far ritorno alle proprie case. “La gente di Aleppo ha oggi maggiore fiducia e le famiglie cristiane iniziano a tornare – ha detto monsignor Audo -. Certo, non possiamo sicuramente parlare di un ritorno massivo, ma rappresenta un segnale del miglioramento delle condizioni di vita in una città che è stata martoriata da sei anni di conflitto e dove la situazione, per tanti aspetti resta ancora drammatica”. La grande maggioranza della popolazione di Aleppo è composta, infatti, da rifugiati. Oltre il 70 per cento di loro è costretto a vivere sotto la soglia di povertà. Le persone non lavorano e “sono totalmente dipendenti dagli aiuti umanitari”, ha spiegato il Vescovo. Aiuti come quelli inviati in Siria da Aiuto alla Chiesa che Soffre, che dall’inizio della crisi, nel 2011, ha realizzato progetti del valore di circa 2,5 milioni di euro nel Paese, assicurando alle famiglie beni di prima necessità, come viveri, latte in polvere per i più piccoli e combustibile da usare per il riscaldamento e come carburante per i generatori di energia elettrica.