Domenica 24 novembre, Giornata per il Seminario e i seminaristi

Invito a sostenere questa realtà con la preghiera e con la generosità

Si celebra domenica 24 novembre la Giornata diocesana per il Seminario e i seminaristi. “La Chiesa di Carpi – afferma il rettore del Seminario vescovile, don Riccardo Paltrinieri – è particolarmente chiamata a pregare per quanti stanno affrontando il cammino di verifica e di formazione in vista del sacerdozio e per il dono di nuove vocazioni”. Aggiunge, inoltre, un appello alla generosità. “Non si tiene spesso in considerazione il fatto che il mantenimento della struttura e della vita dei seminaristi richiede cifre considerevoli – sottolinea don Paltrinieri -. Per cui un aiuto anche economico è sempre bene accetto”. Le off erte raccolte durante le messe celebrate domenica 24 novembre nelle parrocchie saranno così devolute al Seminario per contribuire a sostenere le necessità economiche di questa realtà che, non si finirà mai di ricordarlo, è “casa” di tutta la Diocesi, come spazio per tante attività ed iniziative e luogo di accoglienza per i sacerdoti.

Don Riccardo, il Seminario è una realtà di cui, dispiace dirlo, non si sente parlare di frequente nelle nostre comunità. Qual è dunque il significato di questa Giornata che si celebra ogni anno?
La Chiesa ha fatto una scelta importante: celebrare la Giornata del Seminario nella solennità di Cristo Re. E penso che sia proprio questo legame a dischiuderci il significato di tale ricorrenza: ricordarci che il Seminario, ovvero chiunque lo abita, svolge bene il suo compito nella misura in cui ci conduce, con la sua stessa vita, al Crocifisso, Primogenito di tutta la creazione, Signore del cielo e della terra, che ora siede alla destra del Padre. Per cui sarebbe bene “parlare del Seminario”, perché diventa un ulteriore aiuto per le varie comunità, oltre che per il Seminario stesso, a conoscere Gesù Cristo, colui nel quale, con il quale e per il quale siamo pienamente realizzati.

Come si può spiegare il legame profondo tra Diocesi e Seminario? È vero, come dicono alcuni, che la formazione dei preti dipende un po’ da tutti, anche dalla comunità diocesana e da quelle parrocchiali?
Sì, è vero. Uno degli aspetti specifici della chiamata al presbiterato è l’incardinazione, quindi l’obbedienza al Vescovo e la cura pastorale di questa Chiesa particolare, che ci ha generato alla fede. Ciò significa che l’esperienza diocesana e quella parrocchiale sono un elemento imprescindibile, sostanziale, non secondario, per il discernimento e la formazione vocazionale. Su questo aspetto la Ratio è molto chiara: “la natura e la missione dei presbiteri è da intendersi all’interno della Chiesa, al cui servizio essi consacrano la loro vita”.

Quanti sono oggi i seminaristi della Diocesi di Carpi? Ci sono altri ragazzi che stanno valutando la possibilità di iniziare il cammino di discernimento? Come mantenere uno sguardo di speranza su numeri che si sono molto assottigliati rispetto al passato?
Attualmente i seminaristi sono cinque. Sì, ci sono altri giovani che si pongono domande importanti, ma meglio non sbilanciarsi. Lo sguardo di speranza penso che ce lo diano gli stessi seminaristi! Soprattutto per la loro presenza, ma in realtà anche per il loro numero: considerando le Diocesi limitrofe e il rapporto col numero di abitanti, possiamo dirci tutto sommato contenti!

In che modo le parrocchie e le comunità della Diocesi possono far sentire la loro vicinanza al Seminario? Che, ribadiamolo, non è un’entità separata, una “cittadella”, ma parte integrante della vita della nostra Chiesa…
In vari modi: costruendo con i seminaristi amicizie spirituali, nelle quali si sperimenta la cura di Dio nei nostri confronti; aiutandoli nel discernimento vocazionale, mediante la condivisione del cammino pastorale, i consigli e il confronto reciproco; infine, ma non da ultimo, con la preghiera, che è sempre cosa molto gradita. Al riguardo, ci stiamo organizzando come Centro Diocesano Vocazioni per proporre percorsi vocazionali che sappiano integrarsi nel migliore dei modi con il territorio diocesano e possano essere fermento per i cammini pastorali parrocchiali.

Quale augurio ti sentiresti di fare ai giovani “in ricerca”, che si stanno interrogando sul senso della loro vita e avvertono che il Signore li chiama a seguirlo in modo radicale? Auguro di non temere di affidare i propri desideri nelle mani del Padre, di lasciarsi scaldare il cuore dal soffi o dello Spirito, di affezionarsi in modo sempre più maturo e profondo a Gesù Cristo e alla sua Chiesa, perché la nostra fede è un qualcosa di meraviglioso! E prometto che mi ricorderò di loro nelle mie preghiere! I seminaristi della Diocesi di Carpi sono attualmente: Francesco Roggiani, 2ª teologia, di Mirandola, dove presta servizio; Francesco Bussei, 2ª teologia, proveniente da Sant’Agata Cibeno, dove presta servizio; Stefano Simeoni, 3ª teologia, originario di Teramo ed in servizio a Rovereto, Francesco Cavazzuti, 4ª teologia, della parrocchia del Corpus Domini, presta servizio a Limidi; Davide Lovascio, 5ª teologia, della parrocchia di San Francesco, in servizio a Mirandola. Il Seminario accoglie, inoltre, otto sacerdoti: don Renzo Catellani, don Carlo Truzzi, don William Ballerini, don Aleardo Mantovani, don Gianfranco Degoli, don Gian Pio Caleffi , don Francesco Cavazzuti, e il vicario generale monsignor Ermenegildo Manicardi.