Omelia nella solennità di San Giuseppe

Solennità di San Giuseppe

Carpi, chiesa di San Giuseppe Artigiano – 19 marzo 2021

(Letture: 2 Sam 7,4-5.12-14.16; Sal 88; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24)

Omelia

Un uomo giusto: forse è uno degli apprezzamenti più alti che la Bibbia riserva a una persona perché l’uomo giusto concentra tanti apprezzamenti, significa che è retto, ha una coscienza limpida, significa che ha un cuore ricco e significa anche che ha fede in Dio. Tutti questi passaggi noi li troviamo nella figura di Giuseppe proprio nell’episodio che è stato appena proclamato, un uomo giusto. Non quella giustizia che è semplicemente aderente ai codici, non la giustizia di chi si limita a osservare scrupolosamente le regole, certo ci vuole questa base nella nostra convivenza civile e ci voleva anche ai tempi di Giuseppe, ma se Giuseppe si fosse fermato a questo livello di giustizia, l’osservanza scrupolosa delle leggi, forse avrebbe lasciato aperta la possibilità che invece esclude, di accusare pubblicamente Maria. Perché la situazione nella quale Maria era stata messa, e di riflesso anche lui, non era chiarissima dal punto di vista delle leggi del tempo o meglio poteva essere anche interpretata come una situazione di adulterio, dato che c’era già stato il rito con il quale noi diciamo Maria “era promessa sposa” ma era già un passaggio molto importante decisivo verso le nozze anche se non c’era ancora la coabitazione.

É una situazione un po’ grigia da un punto di vista giuridico, perché Maria poteva rischiare l’imputazione di adulterio e quindi anche la lapidazione. Giuseppe non vuole correre questo rischio, non vuole dare adito ad una vendetta, ad una punizione nei confronti di Maria anche se forse avrebbe avuto dalla sua il codice. Si eleva ad un livello più alto che è quello del cuore, Giuseppe interpreta il codice attraverso il cuore, fa spazio anche ai sentimenti, ma quei sentimenti che nascono dalla conoscenza di una persona, dalla relazione con una persona, e per questo non volendo accusarla pubblicamente pensò di ripudiarla in segreto, non voleva mettere Maria in pericolo, non voleva aprire alle chiacchiere, alle malevolenze, non voleva che si facesse terreno bruciato attorno alla sua futura sposa. É un uomo che sa mettere il codice nel cuore, fa tesoro della conoscenza di Maria, come dice Papa Francesco nel suo documento su San Giuseppe, intuisce, quasi sente, che ci deve essere qualcos’altro, che Maria per come la conosce lui non può averlo tradito in quel modo.

Umanamente ci si ferma qui, noi con le nostre forze potremmo rimanere aderenti al codice o al massimo, se fossimo giusti come Giuseppe, fare spazio al cuore. Per andare oltre ci vuole un sogno e ci vuole un Angelo, ci vuole un intervento di Dio.

Noi quando viviamo delle situazioni difficili, quando riceviamo delle ferite, delle offese riusciamo a volte a superare il livello della vendetta e del risentimento, arriviamo ad un livello più alto, che è quello del cuore, di una giustizia fatta di relazioni ma non riusciamo ad andare oltre non riusciamo a rimettere in pista il progetto. Il progetto che era quello del matrimonio e di costruire una famiglia a Giuseppe è crollato improvvisamente e con le sue forze non ce l’avrebbe fatta per quanto uomo giusto. Allora viene fuori la terza dimensione della giustizia secondo la Bibbia, un uomo è giusto quando si affida a Dio, quando fa spazio ai sogni di Dio, così le scritture ebraiche intendono proprio l’uomo giusto quando parlano di uomo o donna giusta non intendono solo quelle che sa interpretare il codice o che sa metterci il cuore, intendono quello che sa affidarsi ai sogni di Dio sa fare spazio nella sua vita a prospettive nuove.

Giuseppe si sarebbe trovato davanti a un vicolo cieco comunque e invece il Signore gli apre, anzi gli spalanca una strada, ci vuole l’angelo e ci vuole il sogno, ci vuole l’intervento di Dio, un messaggio di incoraggiamento e di sostegno, un’energia nuova. Sì ci vuole un sogno, ci vuole un progetto più grande, forse anche un audacia, il coraggio di fare un salto. Quando noi riusciamo ancora a fare spazio a dei sogni vuol dire che, al di là dell’anagrafe, c’è un posto dentro di noi per il futuro, vuol dire che siamo giovani dentro, chi non dà più ossigeno ai sogni è già invecchiato anche se avesse 15 anni, chi invece si affida a progetti più grandi, chi entra in un piano più ampio di quello che riesce a concepire, chi riesce a vedere nella realtà non semplicemente una serie di cause orizzontali che si scontrano ma un’opportunità da parte del Signore anche nei momenti difficili come quelli che stiamo vivendo allora mantiene dentro la giovinezza e la speranza.

Del resto credo che la storia la cambino i grandi sognatori che non sono quelli che gettano avanti delle illusioni “speriamo che…” ma sono quelli che pongono delle mete e si impegnano per raggiungerle, non da soli ma coinvolgendo altri.

Il più grande sognatore della storia è sicuramente Gesù che aveva questo grande sogno che potrebbe suonare anche un po’ aereo “il regno di Dio”, ma per lui era talmente concreto che significava capovolgere tutti i criteri di giudizio, mettere davanti i miti e non gli arroganti, preferire i bambini, gli ammalati e i peccatori, incontrare loro, capovolgere il nostro modo di pensare: questo era il suo grande sogno e lui si è impegnato a fondo per realizzarlo e ha inserito nella storia un movimento che è capace in chi lo accoglie di realizzare il sogno, perché i sogni veri sono più forti del granito.

San Francesco un altro grande sognatore, nei nostri tempi un martire delle chiese americane Martin Luther King “io ho un sogno” e tanti altri. Papa Francesco rilancia spesso il tema del sogno, il sogno è ritornato ad essere una categoria sociale, politica per Papa Francesco bisogna avere dei sogni lanciarli in avanti.

San Giuseppe è uno di questi sognatori e il sogno gli ha cambiato la vita. San Giuseppe avrà altri tre sogni, in uno di questi sogni gli verrà detto di andare in Egitto per sfuggire la persecuzione di Erode, in un altro di tornare nella terra dei padri perché era morto Erode e in un altro ancora di non andare a Betlemme ma a Nazareth, perché anche il successore di Erode era piuttosto malvagio.

Una vita che è determinata dal sogno, indica anche quanto quest’uomo sia veramente giusto, è giusto chi fa spazio ai sogni di Dio.

Vorrei concludere con una sorta di comparazione: certamente Maria la sua sposa è più grande di lui nel piano della salvezza, è la madre del figlio di Dio dà carne e sangue a Gesù ma Giuseppe ha una caratteristica in più di Maria. Maria si deve fidare di Dio e lo fa e lei sa che quello che rivela l’angelo è vero, Giuseppe si deve fidare di Dio e di Maria, deve credere alla testimonianza e alle parole della sua sposa, Giuseppe vive questa doppia fiducia e anche in questo è uomo giusto.

Chiediamo allora al Signore che per la sua intercessione faccia scendere nel nostro animo la giustizia che lo ha reso e lo rende così grande.

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Speciali indulgenze

In occasione dei 150 anni del Decreto Quemadmodum Deus, con il quale il Beato Pio IX dichiarò San Giuseppe Patrono della Chiesa Cattolica, Papa Francesco, con la Lettera apostolica Patris corde, ha indetto uno speciale Anno di San Giuseppe, dall’8 dicembre 2020 all’8 dicembre 2021. La pubblicazione della Lettera apostolica è accompagnata dal decreto della Penitenzieria Apostolica con la relativa concessione del dono di speciali indulgenze dove si dà rilevanza ai giorni tradizionalmente dedicati alla memoria dello Sposo di Maria, come il 19 marzo e il 1° maggio, e agli ammalati e anziani “nell’attuale contesto dell’emergenza sanitaria”. La Chiesa di Carpi invita a richiamare la dimensione della carità, evidenziando la particolare concessione dell’indulgenza a “coloro i quali, sull’esempio di san Giuseppe, compiranno un’opera di misericordia corporale o spirituale”, e a valorizzare la chiesa di san Giuseppe Artigiano di Carpi eretta a santuario interdiocesano, come punto di riferimento per la preghiera comunitaria e personale e per la celebrazione del sacramento della riconciliazione. Presso la chiesa carpigiana è stato allestito un luogo dedicato con una nuova immagine di San Giuseppe lavoratore, realizzata su modello gardenese.

+ Erio Castellucc