Focherini… in parrocchia

La reliquia per la preghiera delle comunità

É possibile per le parrocchie chiedere di poter avere in custodia, per un periodo di tempo, la reliquia di Odoardo Focherini. Essendo perdute le spoglie del Beato, si tratta della fede nuziale originale che il giovane ricevette da una altrettanto giovane Maria Marchesi nel giorno del matrimonio come impegno di amore eterno; richiamo del sacramento, dunque, ma anche della fede cristiana che ha sempre animato Focherini. Il giorno dell’arresto nel marzo 1944, Odoardo aveva con sé la fede nuziale, che fu poi consegnata alla moglie; fu per lei tra i pochi oggetti personali del marito in suo possesso. Nel maggio del 1989, alla sua morte, la fede è stata ereditata da Luca Semellini, figlio di Olga Focherini ed orafo a Carpi, che l’ha conservata fino al giorno in cui, con la formula del “prestito perenne”, l’ha consegnata alla Diocesi perché divenisse la reliquia del Beato Odoardo. Il nipote stesso ha contribuito alla realizzazione della parte centrale del reliquiario, quella che vede incastonata la fede d’oro. La scelta di mettere l’anello inclinato non è casuale ma permette di scorgere i nomi dei due coniugi oltre che la particolare lavorazione. “L’opera è stata unita con sette saldature, quanti sono i figli avuti dalla coppia. Una di queste è stata poi volutamente staccata per rappresentare Attilio, il figlio morto ad 11 anni nell’estate del 1946”, racconta l’orafo carpigiano.Il reliquiario è stato composto dallo scultore Paul De Doss Moroder di Ortisei (Bz). Eseguito in tecnica mista, riassume nelle sue forme la vita, la fede e il martirio di Odoardo Focherini. Il pino cirmolo della Val di Non, che compone la struttura di base del reliquiario, rimanda alle origini del Beato: con questo materiale veniva infatti realizzata un tempo la stube, l’ambiente riscaldato della casa dove si riuniva la famiglia. I due verticali di terracotta smaltata e vetro rappresentano come una porta aperta da due figure, porta che è rimando non solo al Battesimo, ma anche al martirio, attraverso cui il martire entra nella vita di Dio. Inoltre i verticali sono richiamo all’episodio evangelico della Trasfigurazione in cui Cristo manifesta la sua gloria affiancato dalla legge e dai Profeti. Dietro i verticali si trova una vetrofusione trasparente, segno della trascendenza di Dio che è incarnata dal martire. Al centro dell’opera è stato collocato un frammento di granito donato dalla comunità di Flossenburg e proveniente dalle cave in cui Odoardo Focherini lavorò come prigioniero e contrasse la ferita che lo portò alla morte. Il frammento è sormontato da una croce d’argento, al centro della quale vi è un tondo circondato da un filo spinato spezzato, che riporta le parole del testamento spirituale di Focherini. Al centro del tondo è incastonata la reliquia, ovvero la fede nuziale. Ai piedi della croce si staglia infine una figura di colore rosso in terracotta smaltata a vetro che rappresenta il dolore dell’umanità che Dio raccoglie e accoglie nella Pasqua del Suo Figlio.