Nella primavera del 2012, grazie al lavoro congiunto degli uffici per la pastorale sociale e pastorale giovanile, ha preso il via una significativa esperienza di introduzione all’impegno politico rivolta ai giovani, dall’eloquente titolo: “La politica non è una cosa per vecchi”. I ragazzi, con l’aiuto di esperti e testimonianze, hanno avuto l’opportunità di comprendere meglio i tanti aspetti legati all’agire politico, e di confrontare l’attuale realtà con i principi che caratterizzano l’impegno civico di un cristiano.
Tale esperienza ha messo radici e i partecipanti hanno accolto volentieri l’invito a proseguire, partecipando ad altri momenti in autunno, approfondendo così altri temi importanti.
Dopo un percorso così articolato, in piena campagna elettorale non poteva mancare un ulteriore passaggio: il confronto diretto con i partiti, e i loro candidati, in vista delle imminenti elezioni nazionali.
Cosa chiederanno i ragazzi ai futuri parlamentari? In questi giorni verranno elaborate le domande da porre. Pensando ai temi emersi nei sei incontri del 2012 si possono però già tracciare alcune importanti aspettative.
Innanzitutto quella di non essere più una generazione invisibile. Sembra scontato, ma dalle prime battute di questa campagna elettorale, non sembra emergere in tutta la sua gravità il bisogno di futuro che va assicurato ai ventenni di oggi. Il bisogno di speranza, opportunità, prospettive, innovazione… tutto questo dovrebbe essere LA priorità per tutti i partiti, ma tutto ciò non sembra essere alla base di programmi strategici, se non per qualche slogan ormai logoro.
In secondo luogo, si chiederà conto di come rinnovare radicalmente il sistema politico. Nei diversi incontri del 2012 ricorreva costantemente questo tema. Da un lato la necessità di partiti e istituzioni più aperti al ricambio generazionale, più trasparenti, permeabili alla partecipazione, capaci di selezionare in modo virtuoso i propri rappresentanti. Dall’altro la fortissima esigenza di avere politici dallo “spessore” etico e personale migliori che in passato. L’identikit che ha in mente questa generazione è di politici che abbiano in testa una chiara visione ideale di società e che guardino al lungo periodo piuttosto che al proprio galleggiare nel breve; politici che vivano questo impegno con gratuità, spirito di servizio, sobrietà e soprattutto con quella libertà interiore che permette di difendersi dalle piccole o grandi corruzioni che la gestione del potere comporta.
Poi si chiederà ai politici cosa vogliono fare per scuola, università, sbocchi lavorativi; si parlerà di fuga di cervelli; di Stati Uniti d’Europa e di globalizzazione; di famiglia; di cittadinanza per i nati in Italia… Insomma, di tutti quei temi che danno più futuro e prospettiva al paese. Ma che, purtroppo, risultano ancora “non pervenuti” nel dibattito pre-elettorale.