Undici giorni di ininterrotta, fervida e commossa preghiera intorno alla statua della Madonna di Fatima. E’ un bilancio entusiastico quello della Peregrinatio Mariae, che, dalla proposta iniziale di alcuni laici a monsignor Francesco Cavina, si è concretizzata tramite il Gruppo di lavoro costituitosi per l’occasione. Una ventina di volontari che, sotto la supervisione del Vescovo, hanno curato con grande disponibilità ed impegno l’organizzazione, accompagnando, passo dopo passo, la venerata immagine di Maria.
Dalla Cattedrale alle parrocchie
E’ durata “soltanto” un giorno, l’8 settembre, la sosta della Madonna di Fatima presso la Cattedrale di Carpi, con una processione continua di fedeli e non poche richieste per prolungare la permanenza della statua. “E’ forse il nostro unico rimpianto non aver potuto esaudire questo desiderio – fanno sapere dal Gruppo di lavoro – che, oltre a non essere compatibile con il programma, avrebbe limitato il ‘peregrinare’ nelle parrocchie. D’altra parte, siamo lieti di aver accontentato il più possibile la Diocesi”. Ed è appunto nelle parrocchie che sono giunte, giorno dopo giorno, migliaia di persone, anche dalle località limitrofe non appartenenti al territorio diocesano. In alcuni casi, come a Mirandola e al Santuario della Madonna dei Ponticelli, sottolineano gli organizzatori, “erano così tanti coloro che premevano per entrare, che si è deciso di riaprire le chiese prima dell’orario pomeridiano previsto”. A Mirandola, poi, l’afflusso sarebbe stato ancora più consistente se non fosse stato annullato all’ultimo momento, per problemi di salute del relatore, l’incontro con il vaticanista Saverio Gaeta. “I parroci si sono dichiarati soddisfatti per la partecipazione e, aspetto degno di nota, per il fatto che tanti si sono accostati al sacramento della confessione – affermano gli organizzatori -. Con le Sante Messe, le adorazioni eucaristiche e la recita del Rosario, dappertutto si è respirato un intenso clima di preghiera”.
Pregando per gli ammalati
Numerosi i messaggi lasciati nel “registro dei pellegrini”, così come le preghiere e le fotografi e, in particolare di persone ammalate, deposte presso il basamento della statua della Madonna. Proprio la partecipazione degli ammalati e la preghiera per loro è stata una costante lungo tutta la Peregrinatio, raggiungendo il culmine nella visita ai reparti dell’ospedale Ramazzini di Carpi. “Ha suscitato particolare commozione – sottolineano gli organizzatori – la richiesta di una signora gravemente ammalata, segnalata dai famigliari, di poter essere presente alla Santa Messa di inizio della Peregrinatio in Cattedrale, il 7 settembre. ‘Ecco che cominciano le grazie’ hanno subito commentato i nostri amici dell’Unitalsi con cui ci siamo attivati per permettere a questa nostra sorella di ricevere la carezza della Vergine e del Vescovo Francesco, oltre che l’abbraccio di tutti nella preghiera”.
Quando la generosità chiama
Le parole accorate di suor Silvia dal Kurdistan nelle varie tappe della Peregrinatio sono state il tramite per rinsaldare il legame di comunione, inaugurato dai tre viaggi di monsignor Cavina, con i cristiani iracheni costretti a fuggire dalla loro terra a causa delle persecuzioni dell’Isis. E se la religiosa, con una profonda testimonianza di fede e di umiltà, ha chiesto ripetutamente “l’aiuto più prezioso, quello della preghiera”, grande è stata la risposta di solidarietà dei fedeli nelle off erte devolute. Che, ribadiscono gli organizzatori, “come previsto fi n dall’inizio affinché alla Peregrinatio si accompagnasse un gesto di carità verso chi è nel bisogno, saranno destinate alla Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre a favore dei numerosi progetti avviati a sostegno dei cristiani profughi in Kurdistan”. Altro aspetto che merita di essere citato, aggiungono, è “la generosità di quanti, con modalità diverse, hanno donato i materiali per l’iniziativa e gli addobbi floreali e hanno contribuito a contenere le spese dell’organizzazione”.
Il richiamo di Dio
Momento privilegiato di incontro con la Madre celeste, alla cui intercessione affidare le tante necessità e preoccupazioni della vita, la Peregrinatio ha suscitato un’ondata di profondo coinvolgimento emotivo. “In una società come la nostra che attraversa una grave crisi di valori – commentano gli organizzatori – abbiamo toccato con mano, durante la Peregrinatio, come ci sia un grande bisogno religioso, di elevare, per così dire, lo spirito. Per questo si avverte forte il richiamo di figure di riferimento, di modelli luminosi a cui guardare, come appunto Maria, ma anche i Santi”. Ora la speranza è che questo “risveglio” si traduca in frutti di conversione e di adesione ad una rinnovata vita di fede. “La Peregrinatio è stata come un seme gettato nella nostra Chiesa. Non sappiamo che cosa produrrà. Sappiamo però – concludono – che se tanto è il ‘movimento’ che abbiamo visto, ancora di più è ciò che sfugge ai nostri occhi, perché accade nei cuori delle persone. E’ qui che, nel nascondimento, la grazia di Dio è continuamente all’opera”.