Le chiese di Modena e di Carpi verso il terzo anno di Cammino sinodale

Rendere presente il Vangelo

Mons. Ermenegildo Manicardi
vicario generale della diocesi di Carpi 

A inizio estate è stata pubblicata la sintesi del lavoro nell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola e nella diocesi di Carpi realizzato nei cantieri di Betania dello scorso anno. Mentre ci avviamo al terzo tempo del Cammino sinodale mi fa piacere esprimere tre valutazioni personali alla lettura della sintesi in parola.
  1. L’Arcidiocesi di Modena-Nonantola e la diocesi di Carpi si trovano, di fatto, a un passaggio importante della sinodalità che ha una sua specifica concretezza. Siamo infatti al terzo anno dell’esperienza delle due diocesi unite in unione personale dalla guida comune di Mons. Erio Castellucci. Nell’anno “dei cantieri” le due diocesi hanno lavorato davvero intensamente insieme. Si è così irrobustita l’esperienza di alcune strutture, che già da mesi è stato possibile organizzare in maniera interdiocesana, come per esempio le attività dell’Insegnamento religione cattolica o della fondazione Migrantes. Questa modalità non è dovuta al fatto che le due diocesi saranno sicuramente unite in una sola. Per parlare con schiettezza, va detto che questo proprio nessuno lo sa anche coloro che danno per ovvio uno dei due esiti. L’obiettivo reale del lavorare di due diocesi insieme è che la presenza pastorale del Vangelo nel loro territorio si irrobustisca a fronte delle sfide contemporanee, mentre alcuni osservatori insistono a descrivere una realtà che sarebbe senza Dio e senza chiesa. Il problema vero non è se nel territorio della provincia di Modena ci saranno in futuro due diocesi o una sola, ma la scommessa è riuscire a produrre un dinamismo tra i credenti di queste zone e nella loro società, che intensifichi l’evangelizzazione in una cultura che indubbiamente si è pluralizzata in maniera esponenziale. La cosa che conta davvero è che ci sia più attenzione al vangelo di Gesù sia nel territorio carpense sia in quello modenese-nonantolano, non tanto quante unità amministrative vi siamo, diocesi o parrocchie che siano. Una domanda concretissima: si riuscirà ad attirare l’attenzione dei giovani e dei bambini, la cui quasi totale assenza dalle celebrazioni liturgiche è probabilmente decisiva nel far crollare il numero nei sondaggi sui praticanti regolari?
  2. La sintesi pubblicata dai nostri referenti sinodali contiene un’importante annotazione sullo stile dell’ascoltarsi. Lo scorso anno si è vissuta non tanto la dinamica di una Chiesa che si mette in ascolto verso l’esterno, quanto piuttosto lo stile di una Chiesa che valorizza le persone, anche singole. Infatti, ci si è ascoltati, esprimendosi liberamente e senza pregiudizi e giudizi finali, in circoli comunicativi che hanno affiancato fedeli e pastori in una fraternità non ossessionata dai gradi e dai carismi. Questo stile sinodale fa la differenza anche nella prospettiva di rinnovare attività svolte da tempo. Nell’anno appena concluso ci sono state infatti tante iniziative che non avevano molto di nuovo ma che, adottando questo stile, sono parse a tutti i partecipanti diverse e più feconde. La sintesi pubblicata sostiene: “contro ogni aspettativa”, ci siamo resi conto che, pensando alla Chiesa, sono molte più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono. Grazie allo stile sinodale è emerso che i sogni, le speranze e i desideri comuni a tutte le Diocesi d’Italia sono tanti. Ciò che divide i credenti sembra essere, invece, l’idea di tanti che non ci sia altra strada rispetto a quella che oggi percorriamo, e che quindi le cose in fondo non possano evolversi e cambiare. Alcuni, infatti, sono “rassegnati” (o disfattisti) e finiscono per negare ogni spazio di intervento.
  3. Un “risultato d’avvio” molto interessante è maturato nel Cantiere del linguaggio, che è stato il tema specifico scelto dalle nostre due diocesi. In questo ambito un primo sondaggio reso possibile da un questionario elaborato tra i giovani nelle scuole medie superiori e tra i giovanissimi della terza media inferiore ha dato dei risultati evidenti e in parte inattesi e forse incoraggianti. Sono stati presentati nel corso della festa del patrono di Carpi 2023 in Sant’Ignazio. Abbiamo già rilanciato l’approfondimento e l’ampliamento di questo lavoro che si conta di poter presentare, con più articolata ricchezza, nel maggio 2024. A tutti buon cammino, fraternamente sinodale.