Le riflessioni emerse dai primi gruppi sinodali

Parrocchia del Corpus Domini – Carpi

Due i gruppi sinodali tenutisi l’11 novembre scorso nell’ambito del consiglio pastorale allargato. Un gruppo si è concentrato sul primo dei nuclei tematici proposti dalla Cei, ovvero “compagni di viaggio”, l’altro sul secondo nucleo, “ascoltare”. Erano presenti, al fianco di persone impegnate in parrocchia, alcuni, per così dire, alla ricerca della fede. “E’ positivo confrontarsi con compagni di viaggio che la pensano diversamente da noi: la diversità arricchisce” ha dichiarato un partecipante al gruppo sulla prima tematica, ma c’è chi si è dichiarato “sorpreso nel sapere che in parrocchia ci sono tante associazioni e gruppi che si ritrovano per dialogare fra di loro” e che ha sottolineato come “prima di trovare compagni di viaggio al di fuori della parrocchia, dovremmo conoscerci meglio al nostro interno”. Per quanto riguarda il gruppo sull’ascoltare, si sono rimarcate le difficoltà nell’accostarsi a chi non lascia trapelare nulla di sé, anche se “spesso le persone cercano e apprezzano anche la sola possibilità di avere una persona amica di cui fidarsi e con cui confidarsi. Anche se non hai nulla da dire per aiutarle, è un sollievo e un aiuto poter parlare a voce alta, serve per mettere a fuoco il problema o elaborare la situazione di disagio in cui ci si trova”. E ancora: “è importante ascoltare quando gli altri ne hanno bisogno, non quando hai tempo tu. Questo richiede disponibilità a cambiare programma e dare tempo anche quando avevi programmato altro”, “avevo bisogno di imparare ad ascoltare Dio, perché spesso ero io che parlavo, ma ho imparato nel silenzio ad ascoltare Lui. Anche col prossimo ho imparato ad ascoltare senza proporre soluzioni, ma a rispondere con l’atteggiamento di cura e di premura”.

Usmi, religiose in servizio nella Diocesi

Lo scorso 5 dicembre, presso la parrocchia di Gargallo, alla presenza di padre Ippolito, vicario episcopale per la vita consacrata, le religiose hanno formato due gruppi sinodali, ciascuno con nove sorelle di comunità e nazionalità diverse. Queste le domande: noi religiosi siamo veramente in ascolto della Chiesa particolare di Carpi e della Chiesa universale? Secondo noi religiosi quali sono le vere sfide della Chiesa oggi?

“Un primo aspetto di sfida è il riconoscimento che il soggettivismo ha preso molto spazio. Il soggetto si è sostituito a Dio”, quindi “sarebbe molto importante creare azioni che aiutino l’uomo a superare il presentismo e a vivere verso un ‘oltre’ che ci supera. Forse la pandemia ci ha messo di fronte a queste realtà. Quanto ne stiamo traendo beneficio per cambiare il nostro modo di vivere ed essere?”. La Chiesa attraverso i religiosi è chiamata “a farsi prossima”, “a suscitare domande passando anche attraverso opere sociali, ma non fermandosi ad esse”. Un’ulteriore sfida è l’esercizio dell’ascolto in particolare verso i giovani: “urgono tentativi e azioni, strade che intercettino le domande sia dei piccoli che degli adolescenti che dei giovani”. All’opposto è altrettanto fondamentale l’ascolto degli anziani,

i quali “non chiedono grandi cose se non il sedersi e stare con loro”.

Sul versante della Chiesa di Carpi, vista la radicata presenza di associazioni e movimenti, la vera sfida è “lavorare perché le differenze di stili associativi siano una ricchezza e non come al momento attuale qualcosa che fraziona”. Inoltre, “se da un lato noi religiose siamo un po’ l’orecchio della Chiesa, perché tanti vengono da noi e ci chiedono ascolto, dall’altro ciò che ci manca è il passo successivo, il discernimento, per portare la gente ad una riflessione più ampia, anche sulle famiglie in difficoltà. La Chiesa non sempre accompagna in modo adeguato le famiglie. Ci vorrebbe un rinnovamento nella pastorale e nell’annuncio, seguendo e sostenendo le coppie sposate da poco”.

Parrocchia di Santa Maria Maggiore Mirandola 

Nella seduta del consiglio pastorale del 17 gennaio scorso, riportano dalla parrocchia di Mirandola, “abbiamo deciso di provare ad avviare un gruppo sinodale, per capirne le dinamiche, discuterne insieme e riuscire poi a proporre l’esperienza anche ad altre persone, sia presenti in parrocchia, sia un po’ lontane da essa. Così, durante la riunione, ci siamo divisi in due gruppi e abbiamo provato a confrontarci su tanti argomenti. Come ambito di approfondimento, abbiamo scelto il quinto, intitolato ‘corresponsabili nella missione’, ma in realtà ci siamo fermati ‘soltanto’ a riflettere sulla domanda fondamentale, che riguarda proprio la sinodalità e ci chiede cosa significhi ‘camminare insieme’. Ognuno ha potuto raccontare in semplicità le proprie esperienze, sia positive che negative, ed esprimere ciò che vorrebbe che si verificasse nella propria parrocchia e, più in generale, nella Chiesa intera. Sono emerse luci e ombre e soprattutto il desiderio di essere sempre di più una Chiesa che accoglie e accompagna. Dal punto di vista ‘tecnico’, abbiamo sperimentato che non è difficile avviare un gruppo sinodale, proprio perché si tratta di un momento di ascolto reciproco, che risulta molto interessante e stimolante”.