Ordinazione presbiterale dei diaconi Enrico Caffari, Mauro Pancera ed Emiddio Voli

Il prossimo 5 gennaio, vigilia dell’Epifania

Camminiamo alla luce della stella
 
Un evento straordinario di grazia per la Chiesa di Carpi, che dal lontano 1966 – allora furono don William Ballerini, don Lino Galavotti e don Ivano Zanoni – non celebrava l’ordinazione di tre sacerdoti insieme. Il prossimo 5 gennaio alle 20.30, nella solennità dell’Epifania, presso l’aula liturgica di Quartirolo, saranno ordinati presbiteri don Enrico Caffari, don Mauro Pancera e don Emiddio Voli, per l’imposizione delle mani e la preghiera del Vescovo monsignor Francesco Cavina. Era la vigilia di Pentecoste, il 14 maggio scorso, quando, dalle diverse parrocchie e realtà aggregative, la Diocesi si riuniva con gioia, sempre a Quartirolo, per il diaconato di Enrico, Mauro ed Emiddio. Ora la comunità ecclesiale è nuovamente chiamata a sostenerli con la preghiera in vista della loro donazione totale alla Chiesa di Carpi, affinché si realizzino in loro le parole di Gesù nel versetto del Vangelo di Giovanni scelto dai tre giovani per il presbiterato: “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me” (Gv 17,23).

Amicizia e unità
Quando si dice che c’è un disegno più grande che ricomprende le nostre esistenze e le fa incontrare perché portino frutti di bene. E’ evidente nell’amicizia che si è creata in questi anni fra Enrico, Emiddio e Mauro. Provenienze e storie personali molto diverse che hanno trovato un comune denominatore nella volontà di seguire Gesù offrendo tutta la propria vita. “Ci unisce una stima profonda – afferma Mauro – ed è bello pensare che questo legame, che ci ha già visti condividere il conferimento dei ministeri e l’ordinazione diaconale, tanti momenti di preghiera e di concreta collaborazione, proseguirà nel presbiterato, in una vera e propria fraternità sacerdotale”. “Sono particolarmente grato ad Enrico – sottolinea Emiddio – perché mi ha aiutato molto nella difficoltà che ho incontrato ad ambientarmi in un contesto diverso da quello del mio paese. Mauro è arrivato dopo, ma ci siamo subito trovati bene ed è stato naturale renderlo parte di questa amicizia. Siamo in contatto costante e ci stiamo sostenendo molto in questa preparazione, materialmente e tramite la preghiera”. In questo senso si spiega la scelta del versetto 17,23 del Vangelo di Giovanni. “Unità è la parola chiave – spiega Enrico -. Non solo perché noi tre siamo molto uniti già adesso e continueremo ad esserlo con la disponibilità a lavorare gomito a gomito per la vigna del Signore. Ma anche perché siamo consapevoli che la credibilità dell’annuncio evangelico si manifesta nell’unità di coloro che sperano in Cristo e che si impegnano a portare a tutti il suo messaggio di amore e di misericordia”.

Una gioia grandissima
“Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima” (Mt 2,10). Un’emozione, intima ed intensa, come quella percepita dai Magi, è il sentimento che riempie i cuori dei tre ordinandi. “L’Avvento – osserva Mauro – è per me un’attesa nell’attesa, cioè della venuta di Gesù nel Natale, ma anche di un evento che cambierà completamente la mia vita. A questo guardo con trepidazione, ma soprattutto con una totale fiducia nel Signore che è fedele”. La solennità dell’Epifania assume, allora, un significato particolare in rapporto all’ordinazione. “Come presbiteri – afferma Mauro – desideriamo camminare alla luce della stella del Messia, della Sua gloria, e manifestarla, sia con la parola che con la nostra vita, alle persone che ci vengono affidate”. Una dimensione di cammino che Emiddio sottolinea ricordando che “l’ordinazione presbiterale non è un punto di arrivo, come un premio a dire ‘sei stato bravo’, anzi è una nuova partenza per mettere sempre più in gioco noi stessi per il Vangelo e per i fratelli. Con umiltà, perché non si finisce mai di imparare, nella comunione con il nostro Vescovo e con il presbiterio, nell’amore per la Chiesa e per la gente”. A quanti – giovani e non – possono pensare che diventare sacerdoti sia “una sorta di ripiego o ‘solo’ un modo per dare un senso alla propria vita – afferma Enrico – vorrei dire che c’è una gioia immensa nel rispondere alla chiamata del Signore dando tutto, una pienezza straordinaria come nella vita matrimoniale. Per questo, e lo dico a nome di tutti e tre, desideriamo ardentemente l’arrivo del 5 gennaio”.

Gratitudine per i doni ricevuti
“La strada è stata lunga e, a volte, piena di fatiche – afferma Emiddio – ma non è mai venuto meno lo sguardo amorevole di Dio che ci ha irrobustiti nella fede e ci ha resi perseveranti”. Uno sguardo “incarnatosi” nelle persone che hanno illuminato e sostenuto il cammino di discernimento dei tre giovani. “Arriviamo all’ordinazione grati per tutto ciò che, immeritatamente, ci è stato donato – affermano Enrico, Mauro ed Emiddio -. La nostra riconoscenza va a don Massimo Dotti, che, con la sua presenza discreta e mossa da affetto, ci ha aiutati sotto ogni aspetto, materiale e spirituale, ai formatori del Seminario di Modena e ai nostri padri spirituali. Il Vescovo Francesco – sottolineano – è stato ed è per noi un padre, che ci sostiene con la preghiera e l’ascolto, condividendo con noi momenti di grande intensità, come ritiri e pellegrinaggi, i nostri desideri, preoccupazioni e gioie”. Dalle famiglie di appartenenza, “sempre vicine, con amore e tanta pazienza nell’affrontare con noi le difficoltà – affermano Enrico, Mauro ed Emiddio -, accettando con fede un evento, la nostra ordinazione presbiterale, che toccherà profondamente anche le loro vite”, l’abbraccio si allarga a comprendere “le parrocchie in cui abbiamo prestato servizio e che ci accolgono ora e i tanti giovani dell’Azione cattolica e dell’Agesci incontrati”. Convinti di aver ricevuto tanto, i tre ordinandi chiedono alla comunità diocesana nient’altro che “la preghiera – conclude Mauro – e di essere presenti il 5 gennaio a gioire con noi del dono che il Signore ci fa. Questo è il regalo più grande che possiamo ricevere”.
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