Nell’omelia della Santa Messa che è stata celebrata il 20 gennaio nella cappella del Palazzo Vescovile, il Vescovo monsignor Francesco Cavina si e riallacciato al tema della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2018: “La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace”. Soffermandosi, appunto, sulla figura di San Francesco di Sales, che, ha spiegato monsignor Cavina, “alle prese con un ministero episcopale molto difficile, in un territorio con un’alta presenza di calvinisti, fu il primo ad utilizzare la stampa – si pensi ai manifesti, in una sorta di volantinaggio – come strumento di evangelizzazione”. Ma l’insegnamento che il Santo ha lasciato a chi opera nelle comunicazioni sociali non viene solo da questa scelta pastorale, bensì, ha sottolineato il Vescovo, “dalla profondità dei suoi scritti, per i quali ha meritato il titolo di Dottore della Chiesa”. Testi – quali la Filotea e il Trattato dell’amore di Dio – ancora oggi di straordinaria attualità, in cui e possibile cogliere alcune “linee guida” per gli operatori della comunicazione. Innanzitutto, la dolcezza, ha spiegato monsignor Cavina, “da cui tutta l’opera del Santo e stata guidata. Dolcezza da non confondersi con debolezza, infatti non mancava di rimproverare con evangelica liberta i vizi pubblici e smascherare l’ipocrisia. Un atteggiamento quanto mai necessario oggi in un mondo pieno di grida e di insulti. La regola prima di un giornalista – ha aggiunto – e quella di sapere che si scrive non per l’editore ma per tutti”. Poi, la verità, perche, ha osservato il Vescovo, “la liberta del giornalista non significa scrivere quello che vuole e nemmeno poter trattare qualunque argomento arrogandosi il diritto di esporre qualsiasi opinione personale. La verità della notizia e il principio del buon giornalismo, perche la verità restituisce quella liberta che la menzogna ha derubato, nascosto e profanato”. Infine, ma non da ultima, la regola del tacere “quando non si e sicuri della notizia. Quando vengono riportate calunnie, menzogne, diffamazioni e disinformazioni il giornalista diventa portatore di odio, di violenza e di ingiustizia. Se alcune parole contribuiscono a risollevare l’animo, altre possono creare ferite dolorose. Dunque, sull’esempio di San Francesco di Sales – ha concluso il Vescovo – al centro di ogni parola e di ogni gesto di chi opera nella comunicazione – e mi ci metto anch’io, in quanto, in qualche modo, comunicatore – vi sia sempre l’amore per la verità e per l’uomo. E questo sempre ci permetterà di trovare vera soddisfazione in ciò che facciamo”.