In occasione del quarto anniversario del terremoto e in concomitanza con l’Anno Santo della Misericordia, il Vescovo Francesco Cavina ha promosso la realizzazione di un Memoriale dedicato alle vittime del sisma.
La stele, collocata in un’area verde appartenente alla parrocchia di San Giacomo Roncole, frazione di Mirandola, lungo la strada statale 12, sarà inaugurata venerdì 27 maggio alle 10.30.
Sono tre i motivi da cui è nata l’iniziativa, come ha spiegato monsignor Cavina alla conferenza stampa tenutasi nella mattinata di lunedì 23 maggio, nella Sala del Seicento a Carpi.
Il primo è dato dall’intento, ha affermato il Vescovo, “di far sì che non solo ora, ma in particolare quando le macerie saranno sparite del tutto, segno che la ricostruzione materiale si è compiuta, non venga meno la memoria di quanti hanno perso la vita a causa del terremoto”.
Sono per noi fratelli, che “meritano di essere ricordati – questo il secondo motivo enunciato da monsignor Cavina – perché a fondamento della rinascita delle nostre comunità ci siano il loro coraggio e la loro dignità di persone che hanno affrontato il pericolo per controllare lo stato degli edifici, dei luoghi di lavoro, e per verificarne la sicurezza”.
Infine, la stele vuole ricordare “la solidarietà fiorita tra le macerie del sisma – ha sottolineato il Vescovo – e giunta da tanti fratelli e sorelle, che ci hanno aiutato ad uscire da quei tragici eventi. E’ un richiamo a metterci alla scuola della carità e della condivisione, perché non siano l’esperienza di un momento, ma possano caratterizzare tutta la nostra vita”.
Da questa sensibilità di monsignor Cavina si è dunque sviluppato un progetto che è stato coordinato da Paolo Ranieri, fiduciario economico diocesano, e ideato e donato al Vescovo dall’architetto Federica Gozzi.
L’esecuzione dei lavori è interamente a carico della Curia vescovile di Carpi.
“Abbiamo elaborato alcune proposte orientate in due direzioni – ha spiegato l’architetto Federica Gozzi -. La prima consisteva nella realizzazione di una struttura, per così dire, materica, secondo una concezione tradizionale di monumento. La seconda, invece, si basava sulla creazione di un ‘giardino della memoria’ in cui dare la possibilità alle persone di accedere, sostare e meditare sull’evento accaduto. Dopo un’attenta riflessione, si è scelto quest’ultimo orientamento”.
In concreto, il Memoriale è costituito da un percorso che, dal sagrato della chiesa, conduce al centro del parco, dove sono posti due elementi.
All’inizio, ha spiegato l’architetto, “è collocato un oggetto recuperato tra le macerie di un bene immobile della Diocesi, su cui è posta la targa che riporta la dedica del Vescovo monsignor Cavina”.
In fondo al percorso, invece, prosegue, “il visitatore incontra la stele, una struttura astratta e silenziosa. Si tratta di ventotto piatti in acciaio, di colore brunito, che si protendono al cielo e sono spezzati ad altezze differenti, ad indicare le età, le provenienze e le fedi diverse delle vittime.
Essi formano, così, una composizione scenica semplice e danno forma ad un movimento che richiama le due onde sismiche del 20 e 29 maggio 2012, ma è anche aperto all’interpretazione personale di chi lo osserva”.
Da sottolineare è il luogo scelto per il Memoriale, afferma l’architetto, “in posizione baricentrica rispetto al territorio diocesano e all’intero cratere del terremoto. Inoltre, affacciandosi sulla statale, l’area è ben visibile a quanti, numerosi, transitano lungo la strada”.