Giornata per le comunità contemplative

Il 21 novembre con le Sorelle Clarisse e Cappuccine di Carpi

I polmoni della città e della diocesi: così si possono definire i due monasteri di Carpi, dove, con il rientro prima delle Sorelle Cappuccine e poi delle Sorelle Clarisse, la lode al Signore ha ripreso a risuonare nonostante i danni causati dal terremoto. Anche quest’anno dunque le due fraternità celebrano il 21 novembre la Giornata pro orantibus dedicata alle comunità contemplative. Un’occasione per ricordare nella preghiera coloro che della preghiera hanno fatto la loro vita e che a Dio presentano ogni giorno tutti i fratelli e le necessità del mondo.
“Il Signore si è ricordato della sua misericordia: quest’anno – osservano le Sorelle Clarisse – le parole del Magnificat risuonano in maniera più decisa e gioiosa nel nostro cuore proprio perché anche noi abbiamo potuto fare esperienza, in modo particolare in questi ultimi mesi, della bontà e della fedeltà di Dio. Pochi giorni dopo il terremoto, la sua Provvidenza ci ha fatto trovare un luogo accogliente nel monastero delle Sorelle Cappuccine di Correggio, con le quali lo Spirito ha creato un legame di fraterna amicizia. Ora rientrate a casa lo scorso primo novembre, abbiamo avuto la gioia di riaprire la nostra chiesa con la Santa Messa celebrata dal nostro Vescovo, segno della vicinanza della diocesi e di tante persone che hanno dimostrato il loro affetto per noi”.
“Migliaia di persone presenti in tantissime parti della terra – scrivono le Sorelle Cappuccine – sono consacrate totalmente a Dio. Hanno rinunciato alla felicità o l’hanno invece trovata? La felicità abita nel monastero? La risposta è un semplice e luminoso ‘sì’. Dio abita nel monastero e Dio è felicità. Egli è fonte e datore di vera gioia, ma soltanto perseguibile percorrendo le vie del bene. Chiunque ospita amorevolmente Dio, è sua casa. Il monastero non è in sé luogo privilegiato, esente dalle difficoltà del vivere e dalle svariate sofferenze che la legge creaturale comporta, ma realtà dove è più possibile la felicità del cuore umano, assetato del vero, del bene, dell’Infinito”.