Mirandola – Presentato il libro RICOSTRUZIONE ed inaugurata la mostra sulla visita di Papa Francesco in città

Osserviamo e lasciamo parlare le immagini

Il libro “Papa Francesco a Mirandola”, curato da un Gruppo congiunto di lavoro (Comune, Diocesi, e Fondazione Cr Mirandola) è stato distribuito gratuitamente il 7 ottobre; successivamente sarà donato agli studenti delle scuole di Mirandola. La mostra nel foyer dell’aula Levi Montalcini è stata realizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Il Monocolo ed è costituita da una selezione delle immagini fotografi che contenute nel volume. E’ visitabile fi no a domenica 29 ottobre, il sabato e la domenica, ore 10-12.30 e 16.30-19.
Con un appuntamento aperto alla cittadinanza e allietato dagli alunni delle classi quarta elementare e prima media, lo scorso 7 settembre, presso l’aula magna Rita Levi Montalcini, la presentazione del volume “Papa Francesco a Mirandola” si è unita all’inaugurazione della mostra correlata. Un’occasione di incontro che ha posto il suggello al progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e promosso da Comune di Mirandola e Diocesi di Carpi con l’intento di ricordare, far conoscere e valorizzare la visita pastorale di Papa Francesco nella città dei Pico. Alla presenza del sindaco Maino Benatti, del Vescovo Francesco Cavina e del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Mirandola Giovanni Belluzzi, si è così rivissuto insieme lo straordinario pomeriggio del 2 aprile, tra Mirandola e San Giacomo Roncole. Non senza commozione, in particolare quando è stato proiettato il video con le immagini più belle contenute nel libro e nella mostra e quando due alunne della scuola media hanno letto le poesie da loro composte e la preghiera scritta dall’insegnante Gabriella Bortoli. “Abbiamo ritenuto indispensabile ricordare non soltanto il fatto che il Papa sia venuto a Mirandola, bensì il perché della sua visita – ha affermato il sindaco Benatti -. E’ venuto infatti a confortarci, a darci coraggio e a farci i complimenti per come abbiamo affrontato l’esperienza drammatica del terremoto”. Ecco allora l’iniziativa che ha portato “alla raccolta di un centinaio di immagini, per così dire, dal basso – ha proseguito -, scattate dai cittadini con genuinità e spontaneità, anche tramite i cellulari”. Un’opera collettiva che, nel ripercorrere, minuto per minuto, gli eventi del 2 aprile, ci ricorda che “la ricostruzione non è fatta solo di mattoni ma anche di valori – ha sottolineato Benatti -. Papa Francesco ha indicato quale comunità dobbiamo costruire insieme, una comunità fondata su valori condivisi, solidale e accogliente. Con il nostro operato vogliamo tenere vivo questo messaggio e consegnarlo alle prossime generazioni”. Un messaggio che anche monsignor Cavina ha voluto evidenziare, ricordando “il privilegio” per la Diocesi di Carpi di aver accolto gli ultimi tre Pontefici. “Inizialmente il programma prevedeva solo Carpi – ha spiegato il Vescovo – perché il Santo Padre voleva vedere quanto è stato ricostruito in questi cinque anni dopo il sisma. Profondamente grato, gli ho chiesto però di vedere anche quello che non è stato ancora ricostruito ed ho proposto Mirandola. Una richiesta accolta con piena disponibilità dal Papa”, che, il 1 ottobre scorso, durante la visita a Bologna, non ha mancato di ricordare la Diocesi di Carpi nella conversazione avuta con monsignor Cavina. “Che cosa è cambiato da quando sono venuto?”, la domanda a cui il Vescovo ha risposto parlando non solo della grande riconoscenza, ma anche dello slancio suscitato per una rinnovata speranza. Parola, quest’ultima, che “non indica un vago ottimismo – ha affermato monsignor Cavina – ma la consapevolezza profonda che la nostra vita, nonostante le sofferenze che possono esserci, è proiettata verso un futuro di bene. E questo bene dipende anche da noi, dalla coesione che sappiamo creare, impegnandoci – ha concluso – a far sì che quei valori, permettetemi di dire, cristiani, che sono alla base della nostra società, non vengano dimenticati”. Valori, insomma, di cui il libro e la mostra si fanno, nel loro piccolo, promotori, contro l’oblio e l’indifferenza, come stimolo, per tutti e ciascuno, alla costruzione di un futuro migliore. Basta allora lasciar “parlare” le immagini.